La Transumanza sul Tancia nei ricordi di Adriana Bonacasata

di Andrea Moiani

Straziante. È in questo modo che Adriana Bonacasata, in occasione dell’evento FAI “La transumanza al Tancia. Sui sentieri della storia” svoltosi sabato 31 luglio, definisce la vita dei pastori che passavano per il Tancia. Figlia di Giovannino, antico gestore dell’osteria che ha ospitato l’evento, la signora Adriana è l’ultima testimone locale di quel fenomeno storico andato lentamente a scemare a partire dagli anni ’50: la transumanza. Il fenomeno è stato descritto in modo amplio dal punto di vista antropologico ed archeologico rispettivamente dagli interventi del prof. Ernesto di Renzo (Università Tor Vergata) e dal prof. Carlo Virili (Università La Sapienza), ma la testimonianza diretta della signora Adriana è risultato preziosissimo nel rievocare antichi ricordi.

«La strada era lunga. I pastori si riposavano qui per un paio d’ore, mangiavano, bevevano un goccio di vino e si rimettevano in viaggio. – Racconta la signora Adriana, rispondendo alle domande di Enrico Galantini, socio del Gruppo FAI Sabina – Noi ridevamo di come i pastori mettevano le scarpe ai cani: se gli si rovinavano i piedi, non potevano camminare. Erano scarpe di peli di pecora. Quando i pastori pagavano lo facevano in latte, in formaggio o in denaro, ma non so bene la cifra. Era una zona di passaggio e passavano tante tante pecore.»

Adriana racconta poi di suo padre: «Anche se non abitava più lavorava con le vacche. Si alzava presto ed andava nei boschi, perché c’erano gli animali. Faceva una vitaccia.»

La registrazione integrale del racconto della signora Adriana Bonacasata è disponibile sulla pagina Facebook del Gruppo FAI Sabina (https://www.facebook.com/gruppodellasabina/). In questo articolo-reportage ho riassunto e riadattato le parole della signora, ma la voce tremante ed emozionata e il linguaggio semplice non sono trascrivibili. Stessa cosa vale per gli innumerevoli racconti che giacciono sopiti nelle memorie di chi ha vissuto i tempi andati, che ha vissuto un passato così ricco e prezioso. Questi racconti non sono semplici cronache, ma veri cimeli che troppo spesso non hanno qualcuno che li custodisca e che li faccia svanire nel tempo. Storie da ascoltare, non da leggere.

La giornata organizzata dal FAI sul monte Tancia presso l’osteria omonima non è stato solo questo: dopo le conferenze dell’antropologo Ernesto di Renzo e dell’archeologo prof. Carlo Virili e dopo il racconto della signora Adriana, il Trio di tradizione orale Sabina composto da Maria Rosa Conti, Mario Sforzini ed Enrico Scarinci ha deliziato i 60 ed oltre partecipanti con un’esibizione canora e la trasformazione in musica di momenti di lavoro, amore, lotta.  Al termine, una cena sotto le stelle con i piatti dell’osteria.

L’evento ha riscosso grande successo, così come le Giornate di primavera di sabato 15 e domenica 16 maggio organizzate a Montasola (Ne abbiamo parlato qui: https://www.sabinamagazine.it/giornate-del-fai-sabina-a-montasola-un-successo-raccontato-da-paola-massardi/).

Sulla pagina Facebook del Gruppo FAI Sabina potrete seguire tutti gli aggiornamenti sui prossimi eventi.

 

 

Author: redazione