Simbas: Vallecupola incontra l’antropologo Mario Polia

A Vallecupola di Rocca Sinibalda un evento da non perdere è quello con Mario Polia organizzato dalla Biblioteca Angelo Di Mario nell’ambito di SIMBAS e del progetto di ricerca dal titolo “Dal Reperto Linguistico al Reperto Archeologico”. L’incontro con Polia non si terrà il 16 luglio ma è stato spostato al 22 luglio (ore 10.00/13.30) nel Palazzo Iacobuzzi, Polia ci accompagnerà nel misterioso mondo delle parole e dei loro legami con l’archeologia parlando di “Glottologia e ricostruzione della storia“. 

Mario Polia (Roma, 20 maggio 1947) è uno storico, antropologo, etnografo, e archeologo italiano, specialista in antropologia religiosa e storia delle religioni. Mario Polia nasce a Roma dove si laurea in Archeologia presso l’Università “La Sapienza”. 

Per diversi anni è stato direttore del programma di ricerca, allestito dal Ministero degli Affari Esteri e del Centro Studi Ricerche Ligabue di Venezia, che ha studiato lo sciamanesimo andino nel contesto di un’indagine sulle tradizioni indigene. È professore di Antropologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, direttore del Museo Demo-antropologico di Leonessa, paese del reatino dove attualmente risiede, Presidente del Centro Studi delle Tradizioni Picene a Ascoli Piceno. Nell’anno 1999 ha vinto il Premio Paolo Toschi , per la ricerca sul campo. Già docente di Antropologia Medica, presso la Pontificia Universidad Católica di Lima, ha fondato il periodico di antropologia religiosa “I quaderni di Avallon”. Alterna attività di saggista a quella di conferenziere in Italia e all’estero. Polia è attivo fin dal 1971 nel campo scientifico della ricerca archeologica e antropologica nelle Ande peruviane. Mario Polia coordina anche diversi progetti sul territorio italiano finalizzati alla ricerca demoantropologica e alla salvaguardia della memoria storica. 

In particolare ha studiato due aree dell’Italia centrale: il territorio intorno alla città di Leonessa, nel reatino, e il territorio intorno ad Ascoli Piceno. Il metodo da lui seguito prevede da un lato l’attenta ricerca scientifica delle fonti esistenti e della bibliografia prodotta, dall’altro l’indagine diretta sul campo attraverso interviste a testimoni e portatori della tradizione orale e della memoria storica, soprattutto in ambito rurale, che egli chiama “informatori”. 

Attraverso queste ricerche, che egli espone nelle relative pubblicazioni interpretando i dati etnografici raccolti dalle interviste, Polia si pone l’obiettivo di tracciare un profilo genuino della cultura popolare per quanto riguarda la percezione del sacro evidenziandone le due anime in essa esistenti: l’anima magica, autoctona e l’anima devozionale, cristiana. Altro scopo è quello di ricercare quegli elementi comuni tra le varie forme popolari tradizionali occidentali che attraverso uno studio scientifico comparativo risulteranno incredibilmente spesso affini. 

Successivamente la stessa metodologia scientifica è stata applicata sullo studio della Valtournenche nella Valle d’Aosta ai piedi del monte Cervino e soprattutto della Valnerina in Umbria, dove, per incarico dell’Associazione dei Comuni, coordina un programma di ricerche sul campo che prevede la realizzazione di una linea di prodotti editoriali differenziati. Ha all’attivo decine di pubblicazioni.

Author: redazione