Nome Officina Politica (Rieti)
La sanità al collasso che piace trasversalmente alla politica
“Non è possibile mandare pazienti da Rieti a Terni per una appendicite. Il Santa Maria non chiude mai le porte a nessun paziente ma così il sistema non regge più.” – queste le parole pronunciate dal Direttore Generale della Azienda Ospedaliera di Terni Chiarelli, convocato in audizione presso il Consiglio comunale di Palazzo Spada in merito a disservizi verificati presso l’ospedale Santa Maria.
Alla luce di queste parole, quale è il reale stato dei servizi sanitari a Rieti? Difficile districarsi in assenza di un qualsiasi dibattito informato, a partire dalla assenza della politica cittadina.
Una affermazione come quella sopra riportata dovrebbe far saltare sulla sedia l’intero arco politico in Rieti e Regione Lazio, e chiedere conto del reale stato delle cose.
Invece, in 5 anni a Rieti, il consiglio comunale si è prodotto solo nel 2020 in una ossequiosa audizione natalizia del DG della nostra ASL Marinella D’Innocenzo, in tempi stretti perché occorreva andare tutti a casa per le feste.
Andando più indietro nel tempo, in una iniziativa sulla sanità territoriale del 29 giugno 2019 organizzata da NOME Officina Politica, proponemmo soluzioni realizzabili a breve e a lungo termine per iniziare un processo virtuoso di trasformazione, finalizzato alla creazione di una offerta sanitaria che potesse addirittura attrarre pazienti da tutta Italia. Tra gli invitati c’era anche Marinella D’Innocenzo, che annuì tutto il tempo e ringraziò per il contributo di idee.
Senza avere la presunzione che le proposte di NOME dovessero essere necessariamente riprese, il riscontro di fatto è che nessuna iniziativa strategica è stata realmente adottata.
E non è tanto nella citazione dei pazienti con appendicite mandati a Terni che constata il fallimento della D’Innocenzo nel rilanciare la sanità reatina, quanto piuttosto l’assenza di iniziative virtuose di sistema dopo quasi cinque dalla sua nomina a capo della ASL.
Al netto delle interviste su Sky sui primati ottenuti nelle olimpiadi in corso sui vaccini, di qualche lettera alla stampa locale online di pazienti che ringraziano i medici, di qualche comunicato per l’acquisto di macchinari nuovi in sostituzione di altri obsoleti. Insomma, al netto di una roboante campagna comunicativa fondata sul nulla, o al massimo sull’ordinario.