Mi chiamo Aurora e faccio la street artist

 

di Maria Grazia Di Mario

“Mi chiamo Aurora Agrestini e faccio la street artist, vengo da Roma, ho 37 anni ed è questo il mio   mestiere da una decina d’anni. Mi sono formata all’Accademia delle Belle Arti  e provengo dalla pittura ad olio, successivamente  ho deciso di cimentarmi in questo sogno che sta procedendo …così…”,   di fronte alla parete che si trova sull’accesso posteriore della Biblioteca Comunale Peppino Impastato di Poggio Mirteto Aurora si racconta, mentre sta realizzando due murales per una riqualificazione artistica del vecchio stabile della Pretura,  il suo bozzetto ha vinto un bando di concorso. Tra  bombolette spry, impalcature e secchi di vernice lavora anche 12 ore al giorno, la consegna è prevista per la fine di luglio. I suoi murales si trovano in vari luoghi in Italia: numerosi a Roma, in Puglia, altri a rivalorizzare molti piccoli borghi. Un esempio è Stornara (Foggia), dove le sono stati assegnati due pannelli dell’anfiteatro comunale ed è apprezzata per la delicatezza delle sue opere. 

Nel primo murales  (quasi ultimato) ciò che colpisce sono i toni caldi, familiari,  figli della terra Sabina. Aurora dipinge utilizzando una tecnica mista (vernice e bombolette spry per il ritocco), mescola  i colori primari, in questo modo scarta ciò che non esiste in  natura (un esempio è il nero, spiega), i colori precedono la figura e generano l’emozione, tanto che l’immagine non appare poi così necessaria. 

Sono proprio i  toni caldi a partorire una bambina dagli occhi materici, pieni d’ambra, che dalle pagine di un libro liberano pensieri rincorrendo piccole, luminose, lucciole magiche.

Il secondo murales dovrà essere realizzato  sulla parete esterna del Museo dei Mestieri. Dallo schizzo si intravede ugualmente un fanciullo assorto nella lettura, ma ha le cuffie, segno di un cambiamento  dei tempi. “Qui il libro dovrà catapultare il bambino moderno  verso il passato, la  storia, le tradizioni, i mestieri, appunto – precisa –  , mentre sullo sfondo dovrà essere rappresentata, su richiesta della assessora alla cultura Cristina Rinaldi, la natura del luogo”.

Aurora, perché hai scelto  la street art?

“Era un modo di manifestare bene i miei messaggi, renderli fruibili a tutti, amo dipingere in grande perché riesco a realizzare meglio ciò che desidero. Inoltre è fonte di grandi esperienze di vita, dà l’opportunità di conoscere persone e luoghi, per me è una professione bellissima, era un mio sogno dunque non può che essere straordinario ciò che sto vivendo”.

Era un sogno la street art?

“Di essere un’artista sì,  avevo forse 5 anni quando ho manifestato questo desiderio, ho sempre disegnato e  dipinto, col sostegno morale della famiglia. L’ultimo dono che ho ricevuto da mia madre è stata una confezione di colori!”.

Quindi hai subito  mostrato questa propensione.

“Subitissimo, ma non è che abbia avuto, per quanto ne sappia, artisti in famiglia, forse mia madre sapeva disegnare piuttosto bene e mio padre mi ha portato a visitare mostre e musei fin da bambina”. 

Hai frequentato il Liceo Artistico, immagino.

“No,  il Classico, ma è stata una scelta voluta,  comunque la pittura era la mia passione ed ho continuato a studiare parallelamente. Anche in Accademia ho scelto un indirizzo diverso, quello di Curatore d’arte. Avevo perso da poco mio padre e il timore era di non riuscire ad inserirmi nel mondo del lavoro, poi fortunatamente ho superato questa insicurezza e ho scelto il cammino dei murales, mi sono detta…o la va o la spacca…Amo definirmi autodidatta. La propensione naturale è stata alimentata da molto studio ed esperienza sul campo, la professionalità viene solo con la pratica”.

Dove hai realizzato il primo murales?

“A Roma, in via Boccea, su un muro che dà sulla strada, autorizzata da alcuni miei zii che lì hanno un vivaio, da questa esperienza è nato tutto”.

Come arrivi a Poggio Mirteto?

“Mi hanno cercata dal Comune chiedendomi di partecipare ad un bando, perchè avevano visto i miei murales a Stornara, così ho presentato un bozzetto ed è piaciuto”. 

Preferisci il figurativo?

“Dipingo solo figurativo con qualche nota onirica trasognante, in particolare i soggetti preferiti sono donne e bambini. Di fatto parlo di quello che conosco e prediligo. Ho realizzato diversi lavori sul tema della violenza verso le donne, a favore degli animali,  della Terra, più o meno opere a contenuto sociale. Amo dipingere le donne perché hanno una poesia nelle forme e nei colori”.

Hanno armonia.

“Sì, io cerco l’armonia anche attraverso il colore, ogni nota di colore ha una sua poesia, poi ogni opera è a libera interpretazione di ognuno di noi”.

In quale luoghi d’Italia ci sono i tuoi murales più significativi?

“A Roma e in Puglia ne ho realizzati diversi,  ho lavorato poi  nei vari paesini, borghetti d’Italia. Il più significativo sarà il prossimo perché  quando lavoro penso già al successivo!”.

 

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Author: redazione