di Lorena Paris
È disponibile nelle librerie e su tutte le piattaforme dedicate una pubblicazione imperdibile per gli appassionati di Poesia, ovvero
“STERPI E FIORITURE”
di Nanni Cagnone, grande Poeta del panorama letterario contemporaneo.
Le composizioni raccolte sono uniche, senza tempo, scritte nella perfezione del suo inconfondibile stile, come da sua precipua “complessità essenziale”, per usare un calzante paragone ossimorico.
Trame poetiche quelle di Cagnone che si snodano
tra i sentieri visivi che egli sa ben tracciare. La sua scrittura lascia filtrare la libertà che gli appartiene, i concetti profondi, incisivi, motivo di intensa riflessione per il lettore.
“Sterpi e fioriture” è un libro di bellezza sorgiva, di finezza qualitativa, che sparge il pensiero agente di Cagnone, del suo essere Poeta.
I versi, che oggi propongo, sono tra i miei preferiti, così consonanti e permeati di “pacato distacco”. Sono densi di riflessione sulla poesia:
su cosa è stata e cosa sarà, sulla sua assoluta qualità di dover essere esigente.
“Finisce—sempre /
al servizio d’una fine/
il fisico tramonto,/
costretto nei millenni/
da poetastri e poeti,/
e avviso che non ha finalità/
la fine, giace ne l’universale/
indifferenza o sconnesso/
intorno mormorío, sai/
cose che indietreggiano/
lontane, si perdono indietro,/
dove sei, con la dimessa/
esclamazione del tuo corpo/
inutilmente visibile?/
Uno di noi si stacca, fa/
del passato il suo dominio,/
uno di noi, era stanco,/
stava mancando innanzi/
storpiava sentieri,/
lasciategli l’umile gloria/
de l’incompiuto,/
chiusi quei libri con lui,/
inaridiscono./“