di Lorena Paris
Per le lettrici e i lettori di Sabina Magazine ho scelto – anche con la mia lettura in audio – un brevissimo passo dal sapore poetico, che dà luce alla speranza e al futuro. Il romanzo da cui è tratto è di Amalia Bonagura,
“Il PAESE DELLE FATE BIANCHE”
( L’Erudita, Giulio Perrone Editore, 2019).
Le fate bianche sono quelle persone che prendono coscienza e abbattono i muri delle divisioni dell’odio dando voce alle nuove narrazioni che parlano di inclusione, interazione e integrazione, di crescita come persone e come comunità. Il mese di novembre vede ricordare e celebrare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e altre iniziative similari. Anche per questo motivo presento, qui, Amalia Bonagura, che oltre a essere una valente scrittrice, amante della poesia, è persona operosa da svariati anni nel campo sociale e in attenzione da sempre verso i diritti umani e la cultura del rispetto. Ideatrice e promotrice di Progetti, come specifico a seguire, volti a promuovere e sensibilizzare i giovani su temi purtroppo negativamente sempre attuali quali violenza, femminicidio, intolleranza, razzismo.
“I bambini si intendono di disperazione. Loro però non ne sono travolti, non subito, gli occhi lo dicono. Per un po’ ce la fanno perché ancora sognano quando si addormentano e quando si risvegliano ritornano come nuovi. Era così, sempre, qualsiasi cosa succedesse: il mattino dopo eri allegra e fresca come l’acqua del ruscello, mi correvi incontro e mi saltavi in braccio. Volevi ballare con me. Ti ridevano gli occhi e sembrava che le parole o i gesti di ieri fossero stati cancellati dalla notte. Eri bella!”
Amalia Bonagura: curriculum poetico
Amalia Bonagura è nata a Roma. Si è laureata in “Lingue e Letterature Straniere Moderne ” all’Università La Sapienza di Roma con la specializzazione in “Traduzione e Interpretariato per il russo, l’inglese e il francese. Ha lavorato come traduttrice al Ministero dell’Interno. Ha espletato uno dei suoi primi incarichi al “Campo Profughi di Latina”, il più grande centro di accoglienza e smistamento di profughi e rifugiati, operativo in Italia tra il 1957 sino alla sua chiusura del 1991. Lì, è stata testimone della vita profondamente dolorosa e violenta di migliaia di rifugiati o richiedenti asilo politico, provenienti della Europa dell’Est, di fatto nello scenario della prima crisi migratoria del nostro Continente. Dopo tale esperienza è stata assegnata alla Direzione Centrale Anticrimine, dove ha diretto l’Unità Linguistica collaborando con i Servizi preposti ai fenomen