L’Associazione Etica ricorda la deportazione del Quadraro del 17 aprile 1944

Ricordare la deportazione del Quadraro del 17 aprile 1944
di Giorgio Giannini – ABITARE A ROMA 14 Aprile 2022
Il Quadraro, quartiere popolare situato tra la Via Tuscolana e la Via Casilina, ha una posizione strategicamente importante. Infatti controlla, oltre alle due importanti strade, anche la Via Appia e il vicino aeroporto militare di Centocelle.
L’Operazione Balena
Nella zona operano alcune formazioni partigiane, che compiono attentati e sabotaggi alle linee di comunicazione e che trovano, nelle grotte della zona, nell’ex sanatorio di Villa Ramazzini e nelle case degli abitanti del quartiere, un facile e sicuro nascondiglio dopo le azioni militari.
Inoltre la popolazione del Quadraro, di umili condizioni sociali e costituita in parte anche da sfollati dalle zone del fronte, oltre ad essere apertamente solidale con i partigiani e tutti i ricercati dai nazifascisti (antifascisti; ebrei; militari sbandati dopo l’8 settembre 1943 e considerati disertori; renitenti alla leva fascista…), che pertanto trovano un sicuro rifugio nel quartiere, ha un atteggiamento sprezzante verso i bandi del Comando tedesco ed ha un costante comportamento di non collaborazione sia con gli occupanti tedeschi che con le autorità fasciste.
Pertanto secondo i nazisti il Quadraro deve essere “ripulito”, sia catturando i partigiani e le persone ricercate, che vi si rifugiano, protetti dalla popolazione, sia deportando in Germania gli uomini abili al lavoro, per occuparli nelle industrie della produzione bellica. Quindi, nella primavera 1944 preparano un piano per il rastrellamento del Quadraro, chiamato Operazione Balena (Unternehmen Walfisch), per farla finita con quel “nido di vespe” (così è chiamato il quartiere, nelle sue memorie, dal Console tedesco Eitel Moellehausen).
Il pretesto per compiere l’operazione militare contro gli abitanti del Quadraro è l’uccisione di due soldati tedeschi presso l’osteria della Torraccia. Probabilmente, però, nella decisione influisce anche la necessità di “ripulire” la zona per proteggere la ritirata delle truppe tedesche dal fronte di Anzio e di Nettuno.
Dirige l’Operazione Balena il Comandante della Polizia di Sicurezza e delle SS a Roma, Herbert Kappler, che si insedia prima dell’alba nella sede del “comando operativo”, nel cinema Quadraro. Ha elaborato l’Operazione in segreto, tanto che gli altri Comandi tedeschi e la polizia fascista non ne sono informati, temendo la “fuga di notizie”. Solo il Gen. Maeltzer, Comandante della Piazza di Roma, ha ricevuto una copia del piano. Kappler ha voluto che partecipino all’azione solo truppe scelte e fidate: così ha chiesto che solo un battaglione di paracadutisti, in pieno assetto di guerra, sia di supporto al suo reparto di SS.
All’alba del 17 aprile 1944 circa 800 soldati tedeschi circondano il quartiere, bloccando ogni via di uscita. Tutte le case sono perquisite, una ad una. Nessuno deve sfuggire alla cattura: non ci deve essere alcun atto di clemenza.
Tutti gli uomini da 16 a 60 anni (oltre un migliaio) vengono catturati e portati negli stabilimenti cinematografici di Cinecittà, che in genere fungono da luogo di raccolta per coloro che sono catturati dai tedeschi nei “rastrellamenti” effettuati in città, per essere avviati al Servizio del lavoro obbligatorio, sia in Germania che nelle retrovie del fronte.
Il Parroco della Chiesa del quartiere, intitolata a S. Maria del Buon Consiglio, Don Gioacchino Rey, che vive nel quartiere dal 1929 ed è molto apprezzato dagli abitanti perché si prodiga molto a favore di tutti i bisognosi, si reca negli stabilimenti di Cinecittà per cercare di ottenere il rilascio di alcuni prigionieri, ma viene cacciato in malo modo dai tedeschi.
La sera dello stesso 17 aprile il quotidiano Il Giornale d’Italia pubblica un comunicato del Comando tedesco dal titolo “Avvertimento alla popolazione romana”, nel quale si da notizia che nel quartiere, che però non è menzionato specificamente, sono stati arrestati “tutti i comunisti” ed i loro sostenitori.
Il 20 aprile, dopo avere fatto la “selezione” delle oltre mille persone catturate, 744 di loro vengono portati con i camion prima a Terni, poi a Bologna e quindi nel “Campo di transito” di Fossoli (Carpi), dove rimangono fino al 28 giugno, quando, vestiti con tute blu e scarpe bianche, sono portati in Germania con il treno. Alla stazione sono portati con autocorriere sulle quali c’è scritto “Operai italiani volontari per la Germania”. La gente, leggendo la scritta sputa sulle autocorriere ed insulta i passeggeri.
Alcuni deportati riescono a fuggire sia durante il soggiorno a Fossoli che durante il viaggio in Germania. Alcune decine di loro non fanno ritorno a Roma, dopo la fine della guerra, essendo morti per le malattie, per gli stenti o perché uccisi dai tedeschi per aver compiuto sabotaggi nelle fabbriche belliche in cui lavoravano.
La memoria della deportazione
Per molti anni la memoria della deportazione del Quadraro è rimasta solo nel quartiere, grazie all’impegno di alcuni deportati (Sisto Quaranta, Augusto Gro) che si sono impegnati a questo scopo. Invece l‘Operazione Balena è stata ignorata (cioè non conosciuta) dalla maggior parte dei Romani, nonostante sia stata la deportazione più importante dopo quella degli ebrei, catturati il 16 ottobre 1943.
All’inizio degli anni Novanta il giornalista e scrittore Cesare De Simone, molto impegnato nel far conoscere il dramma dei 271 giorni (9 mesi) dell’occupazione nazista di Roma ha intervistato alcuni deportati ed ha pubblicato le loro testimonianze nel libro Roma città prigioniera. I 271 giorni dell’occupazione nazista (8 settembre ’43 – 4 giugno ’44), pubblicato dall’Editore Mursia di Milano nel 1994.
Il quel periodo alcuni docenti dell’Istituto Professionale Carlo Moneta, ubicato nel Quadraro, hanno condotto con i loro studenti e con il sostegno della Preside, la Prof.ssa Sara Manasse, una approfondita ricerca sulla Operazione Balena, intervistando molti ex deportati (ricordiamo Iliano e Giuseppe Caprari, Pietro De Angelis, Giorgio Giovannini, Sisto Quaranta…). La documentazione raccolta è stata pubblicata dall’Istituto.
Il 24 e 25 novembre 1994 l’associazione pacifista e nonviolenta romana Centro Studi Difesa Civile (www.pacedifesa.org) ha organizzato, in collaborazione con l’Irsifar e con il patrocinio del Comitato nazionale per le celebrazioni del cinquantennale della Resistenza e della guerra di Liberazione, il Convegno “La lotta non armata nella Resistenza”, nel corso del quale la Prof.ssa Manasse ha riferito l’esperienza condotta dai docenti e studenti dell’Istituto Professionale Carlo Moneta. Gli atti del Convegno, a cura di Giorgio Giannini, sono stati pubblicati nel 1995 dalla Cooperativa Sociale Editrice Sinnos di Roma.
Nel 2003 è venuta ad abitare al Quadraro la Prof.ssa Carla Guidi, giornalista e scrittrice, che si è subito appassionata alla deportazione del 17 aprile 1944. Ha raccolto documenti ed intervistato alcuni deportati, scrivendo il libro Operazione Balena (Unternehmen Walfisch), pubblicato nel 2004 dalle Edizioni Associate di Roma. Nel 2013 il libro è stato ripubblicato dalla casa editrice Edilazio,
in una terza edizione, riveduta ed ampliata, con il Sottotitolo Roma 17 aprile 1944: nazifascisti al Quadraro, con una interessante presentazione di Aldo Pavia, attuale vicepresidente dell’Aned, e con lunghe interviste a Sisto Quaranta ed a Augusto Gro), che hanno raccontato non solo la loro deportazione in Germania, ma anche la vita nel quartiere durante il fascismo e la guerra, e con contributi sulla storia del territorio di Giorgio Giannini, di Pasquale Grella e di Antino Palumbo e con molte foto di Valter Sambucini.
Il 17 aprile 2001, in occasione del 57° anniversario della deportazione, è stata posta dai Municipi VI e X (attualmente V e VII) del Comune di Roma, nel giardino pubblico di via Monte del Grano, con ingresso da Piazza dei Tribuni, una lapide con la seguente scritta: “17 aprile 1944 / In ricordo perenne / del rastrellamento del Quadraro / da parte delle truppe nazifasciste. / nella speranza che tutto questo / non debba più accadere”.
Successivamente il giardino di via Monte del Grano è stato Intitolato Parco XVII aprile 1944 e vi è stato installato il Monumento ai deportati, opera dell’artista Valentini Cavadini, che purtroppo è stato oggetto di vari atti di vandalismo (ben due nel 2018, a febbraio ed a aprile, ed anche il 2 giugno 2021, Festa della Repubblica).
Il 17 aprile 2004, in occasione del sessantennale della deportazione, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito, con apposito Decreto, la Medaglia d’Oro al Merito Civile ai Municipi VI e X per ricordare la deportazione del quartiere Quadraro, considerato “Centro dei più attivi e organizzati dell’antifascismo” e “Fulgida testimonianza di resistenza all’oppressore ed ammirevole esempio di coraggio, di solidarietà e di amor patrio”.
Il 12 ottobre 2017 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito, con apposito Decreto, la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria a Don Gioacchino Rey. Un riconoscimento dovuto, anche se tardivo, per l’impegno profuso dal Sacerdote per gli abitanti del Quadraro.
Il 17 aprile 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito, motuproprio, ai superstiti della deportazione ancora viventi, l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Purtroppo questo riconoscimento è arrivato tardi per molti deportati che si sono impegnati nella conservazione della memoria dell’Operazione Balena, soprattutto nelle Scuole, come Sisto Quaranta, che è mancato pochi mesi prima, il 5 ottobre 2017, a 93 anni.
“Quel 17 aprile del 1944!”
Quest’anno il 17 aprile ricorre la domenica di Pasqua. La deportazione sarà ricordata in una iniziativa “Quel 17 aprile del 1944!” organizzata dall’Associazione Etica, che si terrà il pomeriggio del 20 aprile ore 18.30 presso il Circolo PD di Via Chiovenda 64, con la partecipazione tra gli altri di Carla Guidi (giornalista, autrice del libro “Operazione balena – Unternehmen Walfisch” ricostruzione storica del Rastrellamento del Quadraro), Aldo Pavia (Vice Presidente nazionale ANED, Associazione nazionale Ex Deportati politici nei campi di sterminio nazisti), Massimo De Simoni (Presidente Ass «Etica»), Rosa Ferraro (Presidente Commissione Politiche Sociali e per l’integrazione sociosanitaria VII Municipio). Introduce Fabrizio Apruzzese.

Author: redazione