Ingressi monitorati nell’Europa per difendere la democrazia

GENTILE DIRETTORE,

La grave crisi di questi giorni tra Polonia e Bielorussia, malgrado gli sforzi pacificatori di PAPA FRANCESCO e pochi altri, dimostrano e provano due assiomi. Il primo è che sul tema dei migranti, nella vecchia Europa prevalgono sicuramente gli egoismi nazionalisti, e ci si rinchiude nel particolare e nel localistico, a detrimento dei gravissimi problemi di assetto globale ed ecologici del mondo ed incuranti delle regole base del DIRITTO internazionale. Il secondo aspetto è politico ma parimenti grave. La Polonia dopo il periodo del Comunismo e poi di JARUZELSKI e SOLIDARNOSC con LEC WALESA è ,da anni, sostanzialmente un paese di destra politica vera, con la vittoria del 2005 del partito nazionalista ed euroscettico Diritto e Giustizia, consenso attenuatosi di poco nel 2007 con la vittoria dei liberali. Ma l’antieuropeismo è molto forte, come in UNGHERIA ed altri paesi del vecchio continente. Si è già scritto in passato, che non è possibile far parte di un consesso e remare contro lo stesso dall’interno. Va da se  che l’Europa dopo SCHENGEN, deve essere ripensata. Serve un meccanismo che monitorizza i comportamenti di questi paesi ex comunisti ora diventati di estrema destra e/o che rischiano di diventarlo a breve, poichél non si può essere LIBERALI a parole ed autoritari nei fatti, per prendere solo i soldi dall’Europa. Questa entità, EUROPEA, per ora dovrebbe essere limitata a PORTOGALLO, SPAGNA, FRANCIA, BELGIO, GERMANIA, PAESI BASSI e SCANDINAVI, ITALIA, GRECIA. I paesi del cosi detto ex EST EUROPA, compresi quelli della ex Jugoslavia che hanno dato vita ad un sanguinoso conflitto armato, solo pochi lustri orsono, dovrebbero essere sottoposti ad un periodo di “Prova” per poter entrare in EUROPA. Ciò ad evitare guai maggiori, per l’intera pace mondiale.

distinti saluti

andreani avv  Adalberto Rieti.

Author: redazione