di Lorena Paris
I versi di Maria Benedetta Cerro, poetessa nata in terra di Ciociaria.
“Quest’ora è il mai accaduto /
il rivelarsi degli oggetti / mai toccati dalla luce./
Ciò che ha luogo una volta/
– testimone lo sguardo/
della semplicità elevata e stupefatta –/
Può talvolta la vita più misera/
farsi evento di universa/ grandezza./
E se un occhio non vi fosse /
a cogliere quella meraviglia?/
Se splendesse per nulla/
la chiarezza oscura del sacro/
che è nel mondo e nella vita?/
Se la luce/
Se la poesia/
Se lo sguardo.
La poetessa sembra rivolgersi a se stessa e si pone delle domande (alle quali, ritengo, abbia trovato le risposte), ma in effetti è come se volesse instaurare un dialogo con il lettore. Ci regala un suo momento di riflessione sulla luce che può far ri-splendere un frammento, o il tutto. Ella sa cogliere l’attimo del voler porre attenzione, del saper ascoltare, della rivelazione colta inopinatamente con lo sguardo illuminato. C’è il mistero dell’esistenza, della connessione tra la naturalità della vita e delle cose, raccontato dal bagliore della sua parola immediata, ma potente,senza fronzoli, altamente efficace. La poetessa utilizza il raffinato significante, prono al significato suggestivo della riflessione, dell’ esigenza al giusto sentire, del poter vedere con occhi diversi e “accorgersi” del mondo e delle sue infinite relazioni. La Cerro è ben certa di quanto la parola, in tutto ciò, sia fondamentale. Le suggestive alliterazioni del “se” dubitativo, presenti nei brevi tre versi – seppur posti alla fine del testo – rappresentano invero il cuore della poesia: luce, poesia, sguardo sono strumenti ineludibili di elevazione.
“Maria Benedetta Cerro è nata a Pontecorvo. Ha pubblicato: Licenza di viaggio (Premio pubblicazione, Edizioni dei Dioscuri 1984); Ipotesi di vita (Premio pubblicazione “Carducci – Pietrasanta”, Lacaita 1987), nella terna dei finalisti al Premio Città di Penne; Nel sigillo della
parola (Piovan 1991); Lettera a una pietra (Premio pubblicazione “Libero de Libero”, Confronto 1992); Il segno del gelo (Perosini 1997); Allegorie d’inverno (Manni 2003, nella terna dei finalisti al Premio Frascati “Antonio Seccareccia”); Regalità della luce (Sciascia 2009); La congiura degli opposti (LietoColle 2012), premio “Città di Arce”; Lo sguardo inverso (LietoColle 2018); La soglia e l’incontro (Edizioni Eva 2018), Prove per Atto Unico (Macabor, 2023).