“La pubblicità e l’infanzia, il nag factor, le falsità e le credenze da sfatare per una corretta alimentazione”: è questo il nome dell’importante progetto che ha preso quota nel 2012 e che sarà replicato nella maggior parte delle scuole medie del capoluogo grazie alla volontà e all’impegno del consorzio universitario Sabina Universitas e a quello delle dottoresse Maria Antonietta Beccarini e Valeria Battistini (specializzate con master in “scienze gastronomiche e patologie alimentari”). Idea di base è quella di aprire su più livelli una riflessione sull’invadenza della pubblicità in relazione all’educazione alimentare: la creatività e la libertà di giudizio vanno alimentate nel tempo e non ridimensionate da una più semplice omologazione a ciò che ci circonda. Molti gli aspetti analizzati nel progetto dove gli studenti sono parte attiva di un percorso che al centro dell’attenzione pone una metodica interattiva che coinvolge i soggetti insegnando loro ad analizzare i messaggi dati e i contenuti dei prodotti tramite lettura consapevole degli ingredienti e consapevolezza dei rischi connessi con particolare rifermento all’utilizzo dell’alcool. Le scelte a tavola diventano così protagoniste e devono essere orientate senza sacrificare il gusto e la gioia di nutrirsi. Un percorso formativo in cui la creatività gioca un ruolo primario e che ha trovato un ottimo riscontro in molte scuole dove è partito il progetto pilota che ha visto le aule trasformate in laboratori dove, attraverso la visione di spot pubblicitari, si è sviluppata la capacità di affrancarsi dai modelli imperanti della pubblicità. Entrare in confidenza con le proteine, i carboidrati, i grassi e le vitamine è stato come esplorare un mondo affascinante nell’immaginario dei ragazzi chiamati in prima persona ad essere i protagonisti di una consapevolezza diversa del cibo.