Grande lezione di cultura viva di Carlo Virili a Vallecupola

 

 

 

foto e servizio di Maria Laura Petrongari 

 

Carlo Virili a Vallecupola di Roccasinibalda. Dalla archeologia della marginalità grande lezione di cultura viva. Economie sorgive in borghi oggi dimenticati

 

 Un borgo pressoché oggi disabitato, dove il silenzio si fa ascoltare.

Lì, dove due valli dolci e ampie nell’appennino centrale si incontrano,  disegnando la grande via pastorale tracciata da transumanze antiche  solcanti le grandi vie fluviali del Salto e del Turano,  parlano voci antiche di economie, comunicazioni e culture le cui memorie, oggi dimenticate, risuonano alte nelle menti e nei cuori che sanno ancora amare la storia che ci ha preceduto e consentito comunque di esistere.

E’ Vallecupola, piccola frazione del Comune di Roccasinibalda in provincia di Rieti, il borgo appenninico incluso nella Riserva Naturale Monti Navegna e Cervia arroccato a gradoni che si erge attorno al castello risalente al X° ovvero all’XI secolo d.c. , epoche di duopoli tra potere religioso e politico. Un borgo il cui risalente toponimo  venne rinvenuto in Concerviano dove  un’ architrave lignea  reca evidente scolpito un elenco dei possedimenti dell’Abbazia di San Salvatore Maggiore, tra i quali il potentato/castello di Vallecupola.

Sabato 4 settembre la Biblioteca Casa-Museo “Angelo Di Mario”, ha accolto e coordinato sul territorio l’ evento culturale  “Percorsi d’acqua” promosso in partenariato  con il SIMBAS – Sistema Territoriale Musei e Biblioteche della Sabina e del  Cicolano, con capofila il Comune di Rieti.

L’Archeologo Carlo Virili, Professore al Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Università Sapienza di Roma,  ha proposto, con affascinante l’dialettica e la grande preparazione che lo contraddistinguono,  ai gruppi intervenuti, un percorso di conoscenza itinerante alla scoperta dei luoghi della cultura idraulica antica nel territorio di Vallecupola.

L’occasione di rara ricchezza culturale è partita dalla visita  alla “Biblioteca Casa Museo Angelo Di Mario”  poeta, etruscologo e scultore nato in Vallecupola il 12 aprile 1925 e scomparso il 21 agosto 2013, autore di centinaia di articoli di linguistica su riviste specializzate, di 5 libri sulla lingua etrusca, 13 di poesia e  scultore di ben 500  opere in bronzo e ceramica.

La biblioteca fu inaugurata nel 2014 e collocata nella casa natale dello studioso; riconosciuta dal MIBACT e dalla Regione Lazio, contiene circa 6.000 tra volumi e riviste con l’obiettivo di approfondire gli studi sull’artista, di valorizzare l’ambiente naturale e valorizzare la storia locale, come si può apprendere dal ricco sito internet dedicato.

L’escursione si è snodata lungo le storiche stradine medievali del paese, dove restano visibili numerosi stemmi tracce di presenze religiose importanti.

Poi l’arrivo al Palazzo Iacobuzzi, dimora storica ora di proprietà comunale appartenuta a Jacopo Iacobuzzi, ultimo abate di San Salvatore Maggiore originario proprio di Vallecupola  e donato ai “pupilli” (giovani del paese),  di raro spessore storico/ culturale ha un affaccio straordinario sul panorama a 1000 metri di altezza,  da qui lo sguardo quasi si smarrisce aprendosi a ventaglio sulle due vallate e in lontananza sull’orizzonte disegnato dalle alture del Monte Navegna e Cervia.

La natura del luogo si impone subito  all’attenzione quale sito fortemente strategico per le antichissime economie pastorali che determinarono le ricchezze e significazioni dei luoghi ed i  ranghi delle famiglie dominanti. Luogo centrale dunque strategico di incontro di centinaia di migliaia di greggi armentizi per lunghissimi secoli.

Così il Professore  Virili ha dedicato ai partecipanti, con intensa motivazione e professionalità, il racconto della antichissima storia pastorale, economica e culturale del sito  coinvolgendo  i presenti e conducendoli sui tratturi ormai dismessi,  tra pietre e i rarissimi armenti ivi pascolanti e per fontanili luoghi di sosta, stazi, dazi e scambi commerciali di prodotti, in primis di lana di pecore, caseari e talora occasione di scambi di altri beni trasportati da un mare all’altro della penisola proprio in questi luoghi, come pure in altre valli  dell’Appennino centrale.

In tale grande incontro di valli  le civiltà arcaiche pre-romane e romane e poi medievali si incontravano creando economie e favorendo la ricchezza dei potentati locali. Un sistema che nei secoli successivi venne scemando a causa del mutare delle economie che decretarono, nel tempo, la morte di tali antichi ed utili poli economici e sociali.

Partner sul territorio  l’Università Agraria di Vallecupola e la Associazione “50 & più” provinciale di Rieti con una significativa rappresentanza,  “50 & più” è da tempo in cooperazione con la “Biblioteca- Casa Museo Angelo Di Mario”, a sostegno e promozione di iniziative culturali sul territorio nella convinzione che la conoscenza delle nostre radici  sia il necessario presupposto per valorizzare al meglio il presente e dunque contribuire al benessere ed alla qualità della vita degli spazi di prossimità da noi abitati, spesso trascurati fino a divenire dimenticati e che invece potrebbero ancora offrire margini di utilità anche economica.

Hanno aderito all’iniziativa  la “ Comunità laudatosì Colli del Tronto/Rieti” dedicata alla valorizzazione di prossimità del territorio e delle acque e l’Associazione  Movimento per la Vita di Rieti,  interessata anche alla  proposizione e riscoperta di valori che sostengano la vita, compreso il rispetto per la natura e per ogni creatura.

La giornata si è chiusa con la lettura di alcune poesie di Angelo Di Mario chiaramente permeate dallo spirito del luogo, dalla sua natura e dalle sue acque, di grande impatto emotivo e che dovrebbero essere maggiormente divulgate nel nostro territorio, un ottimo pranzo con prodotti tipici del luogo (formaggi/ricotte/salumi) si è tenuto presso l’Home Restaurant DA DANIELE.

Un evento  da ripetere, utile alla sensibilizzazione dei giovani e che prosegue le tante iniziative promosse dalla Biblioteca fin dalla sua costituzione,  anche attraverso progetti didattici con le scuole. Educatori e formatori dovrebbero essere sempre più attenti verso esperienze di conoscenza di storie apparentemente marginali, ma che ci appartengono. Un amore grande per gli antenati, che ci hanno consentito di esistere, può aiutarci a riappropriarci delle nostre origini.

                                                                                     

 

 

Author: redazione