“Vaccinarsi e avere fiducia nei vaccini”, l’appello è del medico Paolo Bigliocchi

 

“Vaccinarsi e avere fiducia nei vaccini”, l’appello è di Paolo Bigliocchi, medico di base di Rieti. Vaccinare è importante anche perché non esiste ancora  alcun protocollo medico, a un anno dall’inizio della pandemia. Anche nel capoluogo e nella Sabina i casi sono in aumento, la prova è nel nuovo congestionamento dei posti letto nel Nosocomio De Lellis

 

di Maria Grazia Di Mario

Dopo il blocco dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) di AstraZeneca e lo sblocco di Ema (European Medicines Agency) stanno per riprendere anche a Rieti le vaccinazioni dei medici di base, che con buona probabilità potranno avere la possibilità di utilizzare il Pfizer.

“Poche dosi di vaccini” in realtà sono state messe finora a disposizione dei medici di famiglia, fino al blocco di Ema si parlava comunque di soli 10/11 vaccini a settimana a professionista, speriamo che i nuovi arrivi possano contribuire ad innalzare di molto la massa critica di vaccinati nel capoluogo e nei comuni della Sabina. 

La reazione alla notizia dell’arrivo di Pfizer è  di entusiasmo perché  questo vaccino andrebbe, sembra, a sostituire  l’AstraZeneca, verso il quale sembra permanere una certa diffidenza  (anche a Rieti si sono registrate  numerose disdette, anche tra il personale scolastico).

In realtà, come spiega il medico  Paolo Bigliocchi, in questo periodo impegnato h24  con prenotazioni, cure a domicilio,  vaccinazioni e sostegno psicologico, il vero problema è che in medicina il rischio zero non esiste e prove consistenti di causa effetto contro AstraZeneca non ci sarebbero,  mentre i rischi di una mancata vaccinazione in questa fase sarebbero devastanti. Vaccinare è importante anche perché non esiste ancora  alcun protocollo medico, a un anno dall’inizio della pandemia. Anche nel capoluogo e nella Sabina i casi sono in aumento, la prova è nel nuovo congestionamento dei posti letto nel Nosocomio De Lellis”.

Professore, in questi giorni si assiste ad un nuovo congestionamento nel De Lellis e vediamo dal bollettino Asl  punte di tre morti al giorno, a partire dai 60 anni in su.

“Certamente, tra l’altro il De Lellis, a fronte di pandemie di questo genere, ha grandi difficoltà strutturali che non ne favoriscono l’operatività, i colleghi però si stanno prodigando davvero molto, è una situazione difficile per tutti”.

Dottore, ci può spiegare le diversità relative agli effetti collaterali di ciascun vaccino?

“Non sembrano esserci, tra i vaccini in circolazione, controindicazioni specifiche riferibili all’uno o all’altro. E’ chiaro che il piano vaccinale finora si basava molto su AstraZeneca, essendoci quantitativi a disposizione più consistenti per i territori. Certo, degli errori sono stati fatti in primis nella comunicazione: consentirlo prima fino a 55 anni, poi a 65, ora libero, non è che abbia sviluppato una affezione, poi quello che è successo giorni fa con il blocco di Ema sta creando e creerà sicuri, ulteriori problemi, perché comunque le persone non si sentono tranquille. La verità però è banale, la verità è che  il rischio zero in medicina non esiste, la medicina si basa sui numeri, sulle statistiche e devo dire che i numeri usciti finora non sono statisticamente valutabili”.

In questi giorni si sta registrando un rallentamento consistente nelle vaccinazioni?

“Sì , perché con il blocco di AstraZeneca si sta proseguendo solo con Pfizer e Moderna, vedremo quando arriverà il Johnson & Johnson, da quello che si legge nel bugiardino è molto utile per la mono somministrazione, dovrebbero,  ad aprile, essere a disposizione un milione di vaccini, che vuol dire  un milione di persone vaccinate,  non è irrilevante, per noi medici di base inoltre sarebbe molto pratico”. 

Con il Pfizer, come farete con la catena del freddo?

“Una volta scongelato può stare 5 giorni a temperature da frigo. Entro 5 giorni però va utilizzato e dopo l’apertura deve essere somministrato entro le 6 ore”.

Sono state molte le disdette a Rieti?

“Va detto che a Rieti  la percentuale di vaccinati è buona, però  ci sono state diverse disdette a seguito della decisione di Ema”.

Quante dosi potevate somministrare?

“Poche, 10/11 a settimana,  comunque in rapporto al numero dei medici di base presenti sul territorio si faceva massa critica”.

Ma lei cosa pensa di AstraZeneca?

“Che non esiste al momento alcuna prova di correlazione  tra vaccinazioni ed embolie”.

Potrebbe però essere sconsigliato ad alcune categorie di persone, si dice, ad esempio, anche alle donne che prendono la pillola.

“Concretamente tra i miei vaccinati ho riscontrato solo qualche piccolo effetto collaterale in più, qualche febbre e mialgia. Lei sta parlando della pillola, allora quando le dico che il rischio zero non esiste mi riferisco anche ad altri tipi di farmaci, come la pillola. La pillola è un medicinale importante per tutta una serie di ragioni, ma aumenta, tra gli altri, il rischio tumorale, così come incidono sulla salute gli immunosoppressori ed altre terapie”.

Verso AstraZeneca  crede ci sia stata una sorta di persecuzione per ragioni di tipo commerciale, di profitto?

“Non saprei, questo è il momento i cui i pensieri vengono tutti alla mente… Certo, un vaccino che costa poco rispetto agli altri impatta sul mercato in maniera diversa. Che ci siano guerre tra case farmaceutiche ed interessi economici non saprei, certo è che sia Pfizer che AstraZeneca avevano dato disponibilità a cedere il brevetto, io sono della opinione che qualcosa in più per renderci autonomi si poteva fare”.

Comunque questi vaccini li giudica positivamente…

“Io ritengo che la vaccinazione sia necessaria, non è pensabile risolvere il problema Covid senza passare attraverso una campagna vaccinale, tutto il resto, inclusi i monoclonali, è altra cosa, perché le cure fanno parte di un pacchetto importante (ne sono arrivate anche a Rieti alcune dosi) ma è un pacchetto terapeutico, a diagnosi accertata. I farmaci curativi possono sicuramente impattare positivamente sugli indici di mortalità, ma non fanno prevenzione. Diciamo che, partendo dal concetto che il rischio zero in medicina non esiste, dobbiamo preoccuparci  più del rischio contagio, oggi a Rieti ci sono ulteriori 60 casi e stanno crescendo in maniera esponenziale. Abbiamo avuto nei giorni scorsi un incontro tra medici e colleghi ospedalieri e la situazione è drammatica. La pressione  e tensione sono altissime, la vaccinazione è l’unica cosa che ci permette di affacciarsi ad una vita normale. Stiamo assistendo agli effetti dell’arrivo della variante inglese. Poi è vero che stanno crescendo le infezioni nei nuclei familiari. Va considerata anche la questione scuole, di casi legati all’apertura delle scuole ne ho visti parecchi ”.

Anche nei bambini si inizia a diffondere?

“Nei bambini c’è, ho famiglie di pazienti in cui sono presenti  almeno una decina di bambini positivi, devo dire che non si manifesta in maniera altrettanto violenta.  Riguardo al tema scuola, prima di riaprire, bisognerebbe capire meglio quello che è avvenuto e quello che potrebbe avvenire nell’immediato futuro. Gli adolescenti in particolare hanno assunto un atteggiamento bullesco nei confronti del virus, non hanno capito che la battaglia la vince lui”.

Avevate già iniziato le vaccinazioni a Rieti con AstraZeneca?

“Sì e devo dire che le persone vogliono vaccinarsi perché la paura del  Covid, fortunatamente, è  superiore a quella verso il vaccino. Io spero in un incremento della possibilità di vaccinare che potrebbe permettere alle persone di riconquistare un minimo di libertà, con conseguenze benefiche dal punto di vista psicologico e sociale, perché il disagio psicologico è in crescita”.

Può dare indicazioni utili sulla pre e post vaccinazione. Molti assumono farmaci a livello preventivo, tra cui la tachipirina.

“Va presa solo post e se ci sono effetti collaterali”.

Di quali sintomi ci dobbiamo preoccupare post vaccinazione?

“Della dispnea, in presenza di dispnea va avvisato subito il medico”.

Ma avete ricevuto un Protocollo ad oggi per le cure domiciliari?

“No, un protocollo  standard ancora non esiste, sono usciti articoli e studi, esiste solo l’esperienza che stiamo facendo sul campo. In base alla gravità dei sintomi si dà tachipirina, cortisone ed eparina, il riferimento per le cure è il campo polmonare”.

E ovviamente va rispettata la tempestività.

“Certamente, è fondamentale”.

Secondo lei questi vaccini potranno avere effetti collaterali nel lungo termine?

“Assolutamente no, perché un vaccino quando si è stabilizzato ed ha creato anticorpi ha finito la sua funzione”.

Quale è il suo messaggio?

“Di vaccinarsi, di avere fiducia nei vaccini, la battaglia che si sta combattendo e che ci potrà riportare ad una vita vivibile passa solo attraverso la prevenzione. Di non aver paura e dare il giusto significato ai numeri, accettando che il rischio zero in medicina non esiste”.

 

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Author: redazione