Stas’ Gawronski a Vescovio il 22 aprile con un libro che parla a tutti noi

UN LIBRO CHE PARLA A TUTTI NOI

Sabato 22 aprile l’incontro con Stas’ Gawronski al Caffè Letterario di Marco Testi a Vescovio

 

Sabato 22 aprile sarà presentato al mio ormai storico Caffè Letterario presso l’Istituzione Teresiana di Vescovio il libro di Stas’ Gawronski, Gli undici (Fuorilinea, 93 pagine, 14 euro). Questa raccolta di racconti rientra nel tema fondante di quest’anno, vale a dire la territorialità sabina di scrittori, editori -come in questo caso: la sede di Fuorilinea è a Monterotondo- personaggi, temi.

Gli undici allude al numero dei personaggi che agiscono e che vengono contrassegnati nei titoli delle storie con la loro professione. Ci sono professori all’ultima lezione prima della pensione, medici molto, troppo viziati dalla vita fin da piccoli, fotografi che tentano di occultare nei meandri dell’io eventi inconfessabili: per farla breve, undici persone che fanno i conti con quello che un tempo si sarebbe chiamato il rimosso e che rappresenta una discontinuità, una crepa, come direbbe lo psicoterapeuta Massimo Scialpi nell’omonimo bellissimo libro con la mia prefazione, già presentato al Caffè Letterario dello scorso anno. Non è possibile, e per fortuna, dare una etichetta -realista, minimalista, spirituale, oggettivo, sperimentale e tanto, troppo altro- a questa dolente scena di donne e uomini uguali a tanti, direi tutti: il dolore fa parte integrante di una esistenza che è sempre in fieri, non passibile di un giudizio che, Bergson e Pirandello ce lo hanno detto già ai primi del Novecento, immobilizzerebbe la vita in un istante di imbalsamazione non corrispondente alla fluidità dell’esistenza.

Se c’è  un nesso, allora occorre trovarlo nel procedimento dell’epifania, dello svelamento, dell’apparizione di qualcosa che può salvare, nonostante la sua apparente minimalità: un incontro casuale fatto di un attimo di gentilezza e grazia; la mano di un frate cieco posata su quella dell’insegnante solo e senza più insegnamento, che vale più di qualsiasi edificante discorso, e poi la ricerca dell’ombra apparente, un chiostro, un andar via dal mondo e dalla pazza folla, il darsi agli altri senza ragioni apparenti, almeno alla ragione d’occidente.

Farò e faremo -ci saranno i fedeli amici del più che decennale Caffè, quelli in presenza e quelli in streaming- molte domande a Gawronski, perché il suo è un libro che senza parere e senza averne la presunzione, offre nuove cure ad una società stanca e malata, in cui l’isolamento non è solo quello dovuto al Covid, ma quello dell’immagine a tutti i costi, della perfezione delle forme svuotate da ogni altro valore, dopo la quale non resta che la solitudine e il rimpianto.

Il Caffè Letterario con Stas’ inizia come al solito alle quattro e mezza, presso uno dei santuari più affascinanti del Lazio. E dovrò pur portarvici, perché la sua storia inizia dalla Sabina pre-cristiana e arriva al grande movimento artistico tra Due e Trecento.

 

MT

 

Author: redazione