Raccolta firme per la proposta di legge “Un cuore che batte”

di Maria Laura Petrongari

 

La Costituzione Italiana prevede all’art. 50 (titolo IV – Rapporti politici) il diritto di petizione. Trattasi di un diritto che può essere esercitato anche da una sola persona o da gruppi e può avere ad  oggetto qualsiasi materia. Pur non essendo molto utilizzato, tuttavia se ne rileva maggiormente  il ricorso a livello di enti locali. E’ uno degli istituti di cosiddetta partecipazione civica, diretta, democratica, grazie ai quali i cittadini possono partecipare attivamente alla determinazione dell’indirizzo politico dello Stato ( sovranità popolare).

L’art. 50 dichiara: ”Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”.

Il 7 novembre scadrà il termine per la raccolta delle firme presso i Comuni per una iniziativa nazionale promossa da molte associazioni pro life attraverso il Comitato  per la proposta di legge “UN CUORE CHE BATTE”.

 

Si chiede l’introduzione, nell’art. 14 della Legge 194 del 1978 riguardante la interruzione volontaria della gravidanza, del comma 1-bis, che prevede l’obbligo per il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza, di far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo ed a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso nella considerazione del fatto che in molti casi la donna intenzionata ad abortire, non è  completamente consapevole della gravità della sua scelta, perché è indotta a pensare che nel suo grembo ci sia solo un grumo di cellule. Nel suo grembo, c’è invece il cuore di suo figlio che batte, e si ritiene che è obbligo giuridico e deontologico del medico che la donna riceva un valido e completo consenso informato.

 

Alla base della raccolta delle firme  c’è la convinzione che Il diritto alla vita, che è il diritto fondamentale di tutti i diritti umani, è inviolabile ed è necessario che la società tutta si ponga a difesa della vita del concepito ed al contempo  del vero bene della donna la quale, spesso, se non adeguatamente informata sulla vera natura umana di quello che viene definito il “prodotto del concepimento”, potrebbe poi ritrovarsi da sola a vivere condizioni psicologiche e fisiche difficili una volta acceduto alla IVG.

 

Per presentare questa proposta di Legge in Parlamento, è necessario raggiungere almeno 50.000 firme entro il 7 novembre 2023.

Ogni cittadino e cittadina per sapere in quale ufficio e orari si può firmare può contattare il proprio Comune.

 

 A fronte di questa iniziativa si può certamente riflettere sulla importanza di non  restare indifferenti dinanzi al dramma degli aborti volontari sia per salvaguardare i bambini concepiti sia per salvaguardare le loro mamme. Importante è osservare, rilevare tale fenomeno e interrogarsi sul perché e sul come si approda a tale dolorosa soluzione da parte di molte donne anche in giovanissima età. 

 

La vita umana, tutte le vite umane meritano attenzione e cura. 

 

                                                                     

 

 

 

Author: redazione