di Maria Grazia Di Mario
La Questione Dighe del Salto e Turano potrebbe essere ad una svolta, a dare una risposta concreta la Regione Lazio, nel corso della conferenza stampa dal titolo “Rieti e le sue Dighe”, voluta dal Presidente della Commissione Bilancio Fabio Refrigeri e che ha visto anche la partecipazione di Mauro Alessandri, assessore ai Lavori Pubblici del Lazio , di Massimo Sessa, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e del tecnico e consigliere Alessandro Greco. Si va ora verso l’organizzazione di un Tavolo Tecnico che vedrà il coinvolgimento di tutti gli attori, incluse le realtà locali, il cui scopo sarà quello di intervenire sull’aspetto gestionale, ragionando anche sulla corresponsione di parte dei canoni di concessione al territorio.
Di discussione relativa gli strumenti regolatori (concessioni), ma soprattutto di rifunzionalizzazione del sistema idraulico, ha parlato l’assessore Alessandri.
” Dobbiamo fare in modo che i nostri fiumi siano in grado di ricevere e che la loro rifunzionalizzazione, intesa anche come messa in opera di infrastrutture, rappresenti una occasione di sviluppo e di crescita del territorio. Oltre ad affrontare il ragionamento sugli strumenti regolatori in essere con le amministrazioni pubbliche, credo che la Regione debba mettere in campo un piano di rifunzionalizzazione del sistema idraulico a valle delle dighe, che dovrà essere riprogettato nel suo complesso, va rivista la modalità di deflusso dell’acqua, al fine di evitare che un fenomeno straordinario si trasformi in una emergenza – ha spiegato l’assessore -. Le istituzioni pubbliche, insieme ai soggetti privati che collaborano con esse, o ne gestiscono alcuni servizi, devono fare in modo che il fenomeno eccezionale non costituisca la premessa di una emergenza in corso controllata in grado di provocare un danno permanente a dei territori, ad una economia, con la conseguenza di una rincorsa al ristoro ed alla messa in sicurezza temporanea. Credo sia un elemento di innovazione quello della rifunzionalizzazione del sistema idraulico, che abbiamo l’intento di portare come elemento trainante della discussione”.
Una discussione che sarà affrontata con le comunità locali nei prossimi giorni: “Parleremo di infrastrutture in grado di coniugare la sicurezza con la praticabilità dei territori, inclusa la frequentabilità turistica. La soluzione infrastrutturale dovrà passare attraverso azioni di tipo idraulico diversificate, d’insieme e per piani (sia a valle che a monte) , ma si dovrà rivedere anche il piano amministrativo, revisionando e riattualizzando gli strumenti che regolano questi nostri rapporti”.
Su queste tematiche e schema di lavoro la Regione investirà risorse finanziarie e progettuali, anche in termini di partecipazione e di confronto con i territori, ma con concretezza, per arrivare finalmente ad un punto e non lasciare sempre decantare questa problematica in un eterno confrontarsi.
“Potendo contare su una buona base progettuale sarà più facile presentarsi agli Enti sovraordinati e sfruttare le occasioni di rilancio e di finanziamento che offre il sistema. Più generalmente dovremo fare un buon lavoro ed essere in grado di prendere degli impegni rispetto a quando questo lavoro sarà concretizzato e terminato, l’onere in questa direzione lo garantiamo e lo stiamo costruendo già da qualche settimana”, ha concluso Alessandri.
“Certamente cambiare le regole non sarà semplice, ma le regole dovranno essere cambiate”, ha precisato il Presidente Fabio Refrigeri ricordando che la Provincia di Rieti, bacino idrografico più grande d’Europa, ha sempre dimostrato generosità, ma trovarsi con “i danni in casa reiterati” non è più accettabile.
La proposta di un Tavolo Tecnico è venuta da Massimo Sessa, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici:
“Dobbiamo trovare una soluzione, il Consiglio superiore è a disposizione, la Provincia di Rieti dà alla Capitale la possibilità di avere l’acqua nei rubinetti, è un privilegio che abbiamo e pertanto ritengo che dobbiamo impegnarci affinché le popolazioni del reatino non subiscano ulteriori danni. Aprire un tavolo potrebbe essere una strada, va trovato un modo per uscirne, è evidente che questa attività si intersechi però con quella del gestore delle Dighe”.
Da rivedere sarà il Regolamento (fermo al 1959), ma anche in questa direzione la Regione si sta muovendo, importanti novità sono state annunciate dal consigliere regionale e tecnico Alessandro Greco.
“Come Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici abbiamo dato un parere in merito alla proposta di nuovo Regolamento Dighe che sarà importante anche per le realtà a valle perché, come riportato sul parere che ovviamente mettiamo a disposizione, il vigente, fermo al 1959, trattava soprattutto della costruzione e progettazione delle Dighe, mentre ora abbiamo un altro problema, quello della manutenzione e della gestione dell’esistente – ha concluso Greco -. Ci auguriamo che il nuovo venga emanato quanto prima, che superi tutto l’iter politico, in quanto prevede proprio la gestione degli eventi ai fini della difesa idraulica a valle delle dighe stesse. Si può ravvisare un contrasto con le attuali concessioni finalizzate all’uso idroelettrico della risorsa, ma certamente ci sono delle possibilità per poter coniugare sia gli aspetti di sicurezza , sia le esigenze del Concessionario. Il Regolamento però è una base necessaria dalla quale partire”.