Pietro Benedetti interpreta la Vita di Alfio Pannega: a Viterbo il 13 e il 19 dicembre 2022

di Pietro Benedetti

Buongiorno a tutte e tutti, vi invio il comunicato dello spettacolo ” Allora ero giovane pure  io ” sulla Storia di ALFIO PANNEGA. Ringrazio l’assessore Alfonso Antoniozzi e la sindaca Chiara Frontini per aver voluto ricordare Alfio in questa programmazione culturale per il Natale 2022, al giardino dei Priori  martedì 13 e al Cosmonauta il 19 sempre alle ore 17,30. Saremo presenti anche nell’evento del 17 ” Non chiamatela Notte Bianca “, vi  aspettiamo in quel caso in piazza della Crocetta.

 

–Lo spettacolo è un’iniziativa che intende ricordare Alfio Pannega. In scena
viene riportato lo spettacolo Allora ero giovane pure io, testo teatrale di Pietro
Benedetti, frutto di ulteriori approfondimenti di ricerca rispetto alla
pubblicazione, nel 2010, dell’omonimo libro della Banda del Racconto,  curato da Antonello Ricci e
Alfonso Prota edito da Davide Ghaleb. In questa versione Natalizia l’ulteriore
ricerca deriva dai vari ricordi in cui Alfio nel periodo delle festività soleva
regalare poesie nei locali a chiunque gli offrisse un “cappuccino e una pasta”…
Il coinvolgimento del pubblico, durante la performance, sarà assicurato oltre
che dall’interprete anche da vari poeti a braccio, un attore un organettista e un
ciaramellaro che nel corso della performance comporranno versi
all’improvviso ed eseguiranno musiche tradizionali dal vivo oltre che dall’ausilio
di un attore ad interpretare poesie in vernacolo viterbese.
SUL PERSONAGGIO:
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma
il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in città
si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche,
deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio,
con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una
grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria
cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l’Ariosto, ma fu
lavorando “in mezzo ai butteri della Tolfa” che si appassionò vieppiù di poesia
e fiorì come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e
sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro
lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell’intervista
che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi
amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell’improvvisa
scomparsa: tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in
campagna e in città, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti
delle attività artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo:
consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non
si usava.

Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell’ex gazometro
abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sarà fino alla fine
della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare,
della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. È
deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. La
performance – destinata alle scuole, e da realizzarsi all’interno delle loro sedi –
si propone come omaggio alla memoria di Alfio e di tutto quello che lo stesso
ha rappresentato per Viterbo. Lo spettacolo intende suscitare una discussione
sull’ambiente, sulla salvaguardia del territorio e sulla valenza delle tradizioni
culturali radicate nel nostro territorio.
È pensato principalmente, ma non esclusivamente, per le giovani generazioni,
in quanto permette di recuperare elementi di studio che non sono previsti nel
normale programma come la poesia d’improvvisazione (ottava rima, terzine,
quartine) o cose dimenticate che solo la tradizione orale permette di ricordare.

 
 
Pietro Benedetti
Attore Regista e Narratore di Comunità

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Pietro Benedetti

Attore / Regista

Author: redazione