Sono patologie che insorgono a causa dell’attività lavorativa: parliamo delle malattie professionali, quelle che agiscono lentamente sul fisico, che differiscono dagli eventi traumatici come gli infortuni, ma che sono ugualmente invalidanti e possono causare danni irreparabili. In un approfondimento elaborato della Uil di Rieti e della Sabina romana – che analizza i dati Inail dei primi quattro mesi del 2023 – nell’intera provincia se ne sono registrate 160, cinque in più rispetto a quelle che si erano verificate nel primo quadrimestre del 2022.
“Una crescita – spiega Alberto Paolucci, Segretario Generale del sindacato di viale Matteucci – che seppur parziale indica comunque una tendenza preoccupante. Ulteriore conferma viene dal confronto dei dati di aprile 2023 con quelli di aprile 2022. Da questa comparazione emerge che le malattie professionali sono cresciute di tredici unità: 47 le denunce protocollate all’Inail due mesi fa, erano state 34 nell’aprile del 2022”.
“Nel panorama laziale – aggiunge Paolucci – la nostra provincia si colloca prima di Viterbo e dopo Roma, Frosinone e Latina nella classifica delle città con più segnalazioni di malattie correlate al lavoro”. Ma non va certo meglio oltre i confini regionali, nella vicina Terni infatti le denunce di malattie professionali in questi primi quattro mesi sono state 329, contro le 252 del quadrimestre 2022. Identica situazione per L’Aquila che passa dalle 287 segntiialazioni del 2022, alle attuali 355.
Tornando ai dati consolidati dello scorso anno, l’elaborazione della Uil ha evidenziato che da gennaio a dicembre 2022 erano state 341 le denunce delle malattie correlate all’attività lavorativa provenienti dal territorio reatino. In tutto il Lazio invece avevano raggiunto la cifra di 4.211, contro le 3.794 del 2021.
Tra le patologie maggiormente riscontrate troviamo quelle relative al sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo. A seguire quelle del sistema nervoso e dell’orecchio. Non mancano purtroppo i tumori e le malattie del sistema respiratorio.
“Investire nella salute e sicurezza delle persone che lavorano – conclude l’esponente sindacale reatino – è un obbligo morale. E’ un impegno di civiltà che la Uil chiede con tutte le sue forze anche attraverso la campagna di mobilitazione #ZeroMortiSulLavoro”.