Paolo Di Reda a Poggio Mirteto ha spiegato la sua verità contro la “strategia dell’ombra”

di Andrea Moiani

Il 25 marzo la biblioteca comunale “Peppino Impastato” di Poggio Mirteto ha ospitato la presentazione del romanzo “La strategia dell’ombra”, ultima opera letteraria del giornalista, scrittore e
sceneggiatore Paolo di Reda. L’autore ha condiviso il palco con lo scrittore e poeta Riccardo Duranti, nella veste di moderatore, e con l’attrice Elisabetta De Palo la quale ha letto alcuni passi tratti dal libro.

Edito da Nolica Edizioni, il romanzo intreccia le vicende di Marta Leonardi, psicanalista di 56 anni in profonda crisi con se stessa, con quelle vissute dal Paese dal primo dopoguerra fino agli anni ’80. Il
libro ha avuto una lunga gestazione di 8 anni, periodo nel quale Di Reda ha portato avanti una lunga ricerca di informazioni e notizie riguardanti quelle che sono considerate le vicende più buie e misteriose dell’era repubblicana. Nel libro ci sono infatti ampi riferimenti alle stragi che hanno puntellato la penisola: Porzus, Portella della Ginestra, Piazza Fontana, piazza della Loggia e il caso Moro.

«La chiave per leggere questo libro – spiega l’autore –  sono le tante storie individuali, personali e familiari inserite in un contesto più ampio dei nostri tempi. La lettura di queste storie, coincidendo con quella che abbiamo vissuto, provoca una sorta di cortocircuito che è interessante seguire, ma anche doloroso. Questo non è un libro d’evasione, ma il contrario: rimarca cose che abbiamo vissuto e che testimoniano una sorta di fallimento generazionale per il fatto di non essere riusciti a capire d’essere stati investiti da misteri della “strategia dell’ombra”. Questa strategia ha funzionato, perché l’ombra è rimasta e noi siamo rimasti con brandelli di verità. Questa strategia non avrebbe funzionato se non ci fosse stata una complicità di apparati statali che dovrebbero gettare luce su questi fatti.»

«Tengo molto al tema della verità – continua di Reda -. Il personaggio di Marta è stato un simbolo della nostra situazione. Tendiamo spesso ad archiviare questi eventi come se non fossero mai accaduti, ma in
realtà non c’è mai stata una Norimberga che ha messo fine a queste vicende, le quali sono rimaste in sospeso e piene di misteri. Ora i documenti secretati stanno tornando alla luce e gli storici stanno facendo il loro lavoro di studio, quindi non ci resta che aspettare. Marta è una donna che teme che tutto sia oramai spiegato e che al contrario si ritrova in una situazione in cui nulla è spiegato. Per questo motivo va ad indagare e a riunire quello che unito non sembrava. La verità è infatti sempre fatta a frammenti.»

Paolo Di Reda, giornalista, scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato i romanzi “Prove generali per scomparire” (2005) e “Ricordare non basta” (2009) entrambi per la Edimond; “Il labirinto dei libri segreti” nel
2010 e “La formula segreta della SS” nel 2013 per Newton Compton (scritti entrambi insieme a Flavia Ermetes), quest’ultimo uscito anche nei paesi di lingua spagnola e in Russia e “La rabbia che rimane” (Fahreneit 451, 2015). Tra i suoi racconti, inseriti in diverse antologie, “A finestre aperte” (in “Roma per le strade”, Azimut, 2007), “L’ultima cena” (in “Scritto e…mangiato”, Perrone, 2011) e “Zabriskie Point – Gli occhi dell’immaginazione (in “8 e ½ n.33 – Racconti di cinema”, 2019). Per il cinema ha scritto nel 2006 “Salvatore. Questa è la vita” con il regista Gian paolo Cugno, primo film italiano prodotto dalla Disney con protagonsti Enrico Lo Verso, Giancarlo Giannini e Gabriele Lavia.

Author: redazione