Negli store digitali “L’amaro nei bicchieri” ultimo singolo di Simone Sartini

 

di Andrea Moiani

In tutti gli store digitali è ora disponibile “L’amaro nei bicchieri”, ultimo singolo di Simone Sartini. Per il cantautore di Stimigliano si tratta del primo singolo dopo il suo album d’esordio “Periferie a Sud dell’Anima”, uscito il 4 marzo 2020. “L’amaro nei bicchieri” presenta molte novità rispetto all’opera precedente. Se dal punto di vista musicale c’è un omaggio alla musica elettronica Anni  ’80, dal punto di vista della tematica si passa dalle riflessioni su storie di emarginazione a riflessioni sull’amaro che rimane in bocca dopo delle esperienze negative. In questo brano Simone Sartini spiega come il tempo possa aiutare a ripartire da capo, seppur ci sia bisogno di metterci del proprio.

Il curriculum dell’artista vanta numerosi premi e riconoscimenti oltre all’aver condiviso il palco con artisti come Bandabardò, Edoardo Bennato, Modena City Ramblers, Meganoidi, Kutso, 99 Posse. Prima di intraprendere la sua carriera solista, inoltre, Simone Sartini è stato fondatore e frontman del Sinfonico e l’Improbabile Orchestra in un’esperienza durata sei anni.

A fine articolo, dopo l’intervista all’autore, è possibile trovare il link attraverso il quale ascoltare il brano.

 

Simone, come nasce questa canzone?

“Nasce nel maggio 2018. Mi trovavo a Roma, in un bar in zona Pigneto assieme alla mia amica Ilaria, in un pomeriggio come tanti altri. Durante un normale aperitivo lei mi raccontava delle sue vicissitudini amorose e io le raccontavo le mie. Alla fine di alcuni discorsi prende il bicchiere pieno d’amaro e mi dice: “Lo sai che ti dico? L’amaro sta solo nei bicchieri”. Dopodiché mi fa il cenno del brindisi. Questa frase mi ha colpito a tal punto che la mattina successiva mi ronzava ancora nella testa. Ho quindi preso carta, penna e chitarra davanti un caffè ed ho iniziato a creare il pezzo di getto. Il testo che ne è venuto fuori è stato quello definitivo, quello che si può sentire ora nel singolo. Il testo è quindi una commistione di punti di vista e vicissitudini di me e della mia amica. L’arrangiamento, invece, è stato fatto assieme a Francesco Vescia, così come quello degli altri cinque singoli in lavorazione. Ho suonato io stesso gli arrangiamenti, cosa che non facevo da molto tempo.

Il brano parla di quel momento in cui ti rendi conto che c’è bisogno di prenderti del tempo per rimetterti in sesto, altrimenti non puoi affrontare nulla. Se a un certo punto della tua vita ti rendi conto che hai bisogno di staccarti da tutto e da tutti e di dover ripartire da te stesso, allora stai bene e puoi invitare gli altri a fare altrettanto. Il tempo che mette a posto le cose è come la sensazione dell’amaro in bocca che prima o poi è destinato a sparire. Serve, però, di metterci del proprio: non è una sola questione del tempo. L’amaro è importante, perché se non sai quale sia la situazione amara non capisci quale sia quella dolce”.

 

Questo singolo ha sonorità Anni ’80, in uno stile assai diverso dai tuoi lavori precedenti. Perché hai scelto questo tipo di arrangiamento?

“Ogni prossima produzione realizzata e che riuscirà in futuro sarà diversa da “Periferie a Sud dell’anima”, un concept album in cui avevo cercato di parlare di storie e della marginalizzazione attraverso generi musicali differenti. Se quell’album era suonato interamente, qui abbiamo lavorato molto sui suoni campionati, sui sintetizzatori e su suoni fatti al computer. A differenza del mio lavoro precedente, dove abbiamo lavorato su brani già suonati nei concerti, qui c’è molta più pre-produzione. C’era la volontà di uscire in maniera diversa pur mantenendo lo stile di scrittura, che fa da filo conduttore. Se i primi pezzi erano arrangiati dalla band, i prossimi pezzi sono stati arrangiati da un arrangiatore con la mia supervisione e con delle mie aggiunte. Questo cambio non è un rinnegare ciò che ho fatto, ma farlo in modo diverso. Credo che la cosa bella della musica sia avere la possibilità, ogni volta, di fare qualcosa di diverso mettendosi in gioco e sperimentando.

 

Chi ti ha influenzato maggiormente nella tua carriera musicale?

“Non posso non far riferimento ai cantautori italiani, da Battisti a Bennato, da Gaber a De Andrè. Ho anche ascoltato molta musica rock e metal come gli Skid Row e i Dream Theater. Mi piace molto anche la musica  Anni ’80, con i suoi tipici sintetizzatori che ho voluto applicare in “L’amaro nei bicchieri”. La musica mi piace un po’ tutta e all’occorrenza uso quello che ho rubato dall’uno o dall’altro”.

 

Sei stato il fondatore del Sinfonico e l’Improbabile Orchestra. Cosa ti è rimasto di quell’esperienza?

“L’ho fondata a e gestita per sei anni. Per me è stata un’esperienza fondamentale e che mi ha lasciato solo cose positive, dai numerosissimi live fatti assieme, alla fortuna di aver suonato con cinque musicisti più bravi di me con i quali sono legato da un’amicizia duratura. Bernardino Ponzani, ad esempio, ha suonato le batterie in alcuni dei miei nuovi singoli. Non escludo una reunion, o qualcosa di simile che possa permetterci di tornare sul palco insieme dopo che ci siamo arricchiti di altre esperienze, non ci siamo fermati. Bernardino Ponzani e Brian Riente, militano nei Kutso, Mario Gentili è uno dei chitarristi più apprezzati d’Italia e Alessio Nelli, tra le tante cose, ha scritto diversi pezzi per i cantanti di Amici. È stato il gruppo che ho fondato, che volevo e al quale ho rubato molto. Spero davvero si concretizzi qualcosa in futuro”.

 

In precedenti interviste hai dichiarato che speri che questa attività da musicista non diventi mai un lavoro. Puoi spiegarci il perché?

“Non credo che l’uomo sia fatto per lavorare: è una convinzione che ci siamo creati da soli. Il lavoro toglie una parte importante della giornata e della vita, qualcosa che non tornerà più indietro. Per quanto si possa lavorare nella vita e per quanto si possa mettere da parte dei soldi niente e nessuno ti ridarà ciò di cui tu sia stato privato. Vivo la musica nell’ottica del gioco e del divertimento, ma sempre con serietà e professionalità. Ogni volta che sono salito sul palco, o che sono entrato in sala di registrazione, non l’ho mai fatto con superficialità. Conosco molte persone che hanno fatto della musica il loro lavoro attraverso sessioni da turnista, o facendo lezioni. Loro hanno fatto una scelta di vita e va bene così”.

 

Cosa vuoi fare “da grande”?

“Spero di continuare a scrivere pezzi diversi da quelli usciti in passato e da quelli che usciranno a breve e che, se cantati da un altro, si capisca che sono miei. “L’amaro nei bicchieri” è il primo di sei singoli già pronti per l’uscita. Non escludo che essi possano far parte di un prossimo album per il 2022, assieme ad altri brani che rimarranno inediti fino ad allora. L’alternativa sarebbe il farli uscire uno alla volta. Il periodo di pandemia mi ha dato la possibilità di scrivere canzoni, arrangiarle e di inciderle. Una volta usciti tutti i brani sono sicuro che tornerà quella fase creativa che mi permetterà la stesura di nuovi brani”.

Il brano si può trovare cliccando sul link: http://li.sten.to/simonesartini  https://li.sten.to/simonesartini

Ph: Diego Frattali

Arrangiamenti: Francesco Vescia, Simone Sartini

Etichetta: ToolCube Management

Chitarre: Francesco Saverio Serretti

Basso: Francesco Vescia

Sintetizzatori e tastiere: Simone Sartini

Mixaggio e Mastering: Procube Studio

 

 

Author: redazione