Machines for Peace – Macchine di Pace a Belgrado
Inaugurata la mostra della Rete delle feste della tradizione italiana Patrimonio UNESCO
Sarà visitabile fino al prossimo 19 marzo
È ripartita dall’Istituto italiano di Cultura di Belgrado, lo scorso 8 marzo, la mostra-installazione Machines for Peace – Machine di Pace, proposta dalla Rete delle feste delle grandi Macchine a spalla italiane Patrimonio UNESCO dal 2013. La mostra, alla sua terza tappa dopo l’esposizione al Bethlehem Peace Center e nella cappella barocca del complesso dell’Ambasciata d’Italia a Praga, è sostenuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e gode del patrocinio di quel dicastero, di quello della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, dell’Ambasciata d’Italia a Belgrado, dei comuni, delle arcidiocesi e delle diocesi delle città di Viterbo, Sassari, Nola e Palmi. L’iniziativa è promossa dalla Rete su idea, progetto e coordinamento scientifico di Patrizia Nardi ed è un progetto condiviso con l’ICPI – Istituto Centrale del Patrimonio Culturale Immateriale del Ministero della Cultura. La mostra viene realizzata nella capitale serba in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e traccia un percorso attraverso immagini, suoni, colori e suggestioni di quattro tra le più antiche feste della tradizione mediterranea: il Trasporto della Macchina di Santa Rosa di Viterbo, la Varia di Palmi in Calabria, la Faradda dei Candelieri di Sassari e la Festa dei Gigli di Nola. Per celebrare i primi dieci anni del riconoscimento UNESCO la Rete declina, peraltro, temi particolarmente importanti e di grande attualità: la pace, tra gli obiettivi della strategia di medio termine 2022-2029 dell’UNESCO in un momento particolarmente difficile e, in occasione dell’8 marzo-Giornata Internazionale della Donna, la parità di genere come obiettivo comune per sensibilizzare sui diritti, il benessere e la sicurezza delle donne nel mondo. Un’installazione di arte visiva contemporanea racconta, attraverso i film Un patrimonio sulle spalle e Il nostro tempo infinito e sospeso del regista ed etnomusicologo Francesco De Melis, tradizioni ed emozioni – anche sospese dalla pandemia – in un’opera visiva costantemente in dialogo con la “materialità” delle feste, attraverso gli splendidi costumi delle comunità festive e una delle testa-scultura del progetto Simulacrum di Giuseppe Fata Head Sculpure Designer, artista visionario contemporaneo che ha realizzato per la mostra “Announcement of Peace”. Il progetto è sostenuto dalle comunità patrimoniali della Rete riunite in GRAMAS, dalla Federazione Italiana Club per l’UNESCO, dai club territoriali del Rotary International e del F.R.A.C.H. Fellowship of Rotarians who Approciate Cultural Heritage, da Meraviglia Italiana Project e mira a promuovere il patrimonio culturale immateriale italiano creando ambiti di cooperazione, di relazione e di scambio tra comunità patrimoniali, associazioni, soggetti istituzionali ed esperti italiani e stranieri presenti all’evento di inaugurazione. Dopo i saluti istituzionali, è seguito un panel coordinato dal Prof. Giorgio Andrian della Venice International University (VIU), sul tema della diplomazia culturale, allo scopo di creare reti di scambio e di divulgazione tanto dei patrimoni UNESCO, quanto della Convenzione 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che ha compiuto i suoi primi vent’anni di attuazione. La mostra è stata inaugurata lo scorso venerdì 8 marzo alle ore 18 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 19 marzo.
“Una nuova tappa, a Belgrado, molto importante per il messaggio che Machines for Peace vuole dare: parlare di pace in territori che sono o sono stati teatro di guerra – ha affermato Patrizia Nardi -. Abbiamo inaugurato la mostra l’8 marzo, giorno in cui abbiamo voluto ricordare un altro tipo di guerra, e combatterla. La parità di genere, il rispetto per le donne e per ogni essere umano è presupposto fondamentale per un vivere civile e pacifico. Grazie a tutti coloro che hanno lavorato insieme a me, al Comune di Viterbo, alla sindaca Frontini e al dirigente comunale del III settore Celestini, al consigliere comunale Martinengo insieme a noi a Belgrado lo scorso 8 marzo, in rappresentanza delle istituzioni. Grazie alle mie comunità in Gramas, al Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa e alla Fondazione Festa dei Gigli per la collaborazione fattiva”.
“Da dieci anni, grazie al riconoscimento Unesco, la Rete delle grandi Macchine a spalla si presenta al mondo intero – ha sottolinea la sindaca Chiara Frontini -. Attraverso la mostra-installazione Machines for Peace – Machine di Pace le nostre tradizioni varcano quei confini internazionali che solo fino ad alcuni decenni fa era impossibile anche solo immaginare. Ora tocca a Belgrado. Un altro evento internazionale che conferma la grande attenzione dedicata alle nostre meravigliose feste. Un’attenzione che è frutto del prezioso e minuzioso lavoro portato avanti in questi anni dalla responsabile del coordinamento tecnico-scientifico della Rete delle grandi Macchine a spalla e del Progetto UNESCO Patrizia Nardi insieme alle comunità e alle istituzioni locali delle quattro città unite nella Rete, nel nostro caso insieme al Comune di Viterbo e al Sodalizio Facchini di Santa Rosa”.
“Un’altra occasione fondamentale per la divulgazione delle feste della Rete e dei principi sottesi ai valori identitari per i quali l’UNESCO ha attribuito il riconoscimento come patrimonio immateriale dell’umanità – ha spiegato il presidente del Sodalizio Facchini di Santa Rosa Massimo Mecarini a Belgrado insieme al facchino Gianni Aluisi (guida anteriore) -. Questa di Belgrado e la quarta esposizione della mostra Machine for Peace, dopo Betlemme, Praga e Viterbo. L’auspicio è che la mostra possa riscuotere lo stesso successo delle precedenti, con la certezza che il cammino di Machine for Peace proseguirà verso destinazioni internazionali sempre più importanti”.
“Una mostra itinerante che vede veicolare attraverso la Rete delle grandi macchine a spalla italiane, patrimonio immateriale dell’ UNESCO, la potenza comunicativa del messaggio di pace e solidarietà delle quattro più caratteristiche manifestazioni popolari delle città di Viterbo, Nola, Sassari e Palmi – ha aggiunto il consigliere Giancarlo Martinengo presente sul posto nei giorni scorsi in rappresentanza dell’amministrazione comunale -. Quattro realtà che sono l’espressione di un medesimo sentimento rappresentato con la tipica originalità caratteristica della tradizione di ogni luogo”