Legge sull’aborto: a Rieti un confronto sul tema

 

Un confronto sulla legge 194/78 sull’aborto: va modificata o difesa?

Domenica 15 Ottobre alle 18, a Le Tre Porte in Via della Verdura a Rieti, terremo un confronto sul tema della legge sull’aborto.

La legge 194 rappresentò un grande progresso civile e sociale, ma fu frutto dei tempi e sono passati 45 anni.

Cosa è cambiato da allora, nella società e nella medicina? È il momento di aggiornarla, o è il momento di difenderla?

Ne discuteranno, con diverse opinioni su questo, due generazioni femministe:

– Vittoria Loffi, coordinatrice nazionale di Libera di Abortire
– Enza Bufacchi, sociologa

introdurrà Marco Giordani, Sabina Radicale, illustrando i dati IVG provenienti dalla ASL reatina.

Il confronto si inserisce nella campagna di raccolta firme per sei proposte di legge di iniziativa popolare, promosse da Radicali Italiani, tra cui quella “Misure per la salute riproduttiva” che sostituisca la 194/78 (“Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”).

L’attuale legge 194 non garantisce un vero diritto all’aborto ma lo consente in determinati e specifici casi. Ha avuto il merito di arginare la piaga dell’aborto clandestino ma non ha in alcun modo garantito l’autonomo diritto di scelta, che viene rivendicato per far sì che la libertà riproduttiva non incontri più ostacoli morali e amministrativi e possa essere liberamente accessibile per chiunque decida di interrompere una gravidanza.

In pillole, si propone di ampliare la possibilità di accedere all’aborto fino alla 14ma settimana completa come dice l’Oms; togliere l’autorizzazione di entrambi i genitori per coloro che vogliono interrompere la gravidanza tra i 16 e i 18 anni; riconoscere il metodo farmacologico accanto al metodo chirurgico; potenziare il ruolo dei consultori; abolire la possibilità dell’obiezione di coscienza per i nuovi medici.

Anche il contesto “ideologico” della legge (l’articolo 1) fa differenza. Qui l’articolo 1 della 194:

Art. 1. Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni   e   competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.

Qui quello della proposta radicale:

Art. 1. Lo Stato tutela la libertà riproduttiva e ne riconosce la centralità per la salute fisica, psichica e sociale della cittadinanza oltre che per il raggiungimento della piena autodeterminazione della persona gestante. Tutti i cittadini hanno diritto ad un libero accesso a metodi di regolazione della fertilità sicuri, gratuiti e di loro scelta, allineati con il progresso scientifico e con la ricerca. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nel rispetto delle proprie funzioni e competenze, promuovono un accesso efficiente ed equo ai servizi di assistenza sanitaria riproduttiva, la quale comprende la pianificazione familiare, la contraccezione, l’aborto, nonché la consulenza e i servizi di informazione sessuale e affettiva.

https://radicali.it/firma/aborto/

La proposta, come le altre https://radicali.it/firma/#pdl si può firmare online su piattaforma privata (a fronte di un piccolo onere, aspettando la disponibilità di quella pubblica, dovuta dal gennaio 2022).
Fisicamente, oltre che ai tavoli radicali, è disponibile all’URP del Comune di Rieti e Cantalice: in Sabina a Forano, Montopoli, Fara, Poggio Mirteto.

Author: redazione