di Giorgio Giannini
L’ATTIVITA’ PARTIGIANA NELLA PROVINCIA DI RIETI
25 luglio 1943- manifestazioni di giubilo per la caduta del fascismo in varie località della Sabina.
Si costituisce il Governo presieduto dal Maresciallo d’Italia, generale Pietro Badoglio.
A Leonessa è occupata la stazione della Milizia Forestale e vengono trafugate molte armi.
8 settembre 1943. proclamazione dell’Armistizio con gli Alleati, firmato il 3 settembre a Cassibile (SR) dal generale Castellano, in rappresentanza del governo Badoglio.
La popolazione crede che la guerra sia finita, ma Badoglio ed il Re Vittorio Emanuele III emanano un proclama nel quale affermano che la guerra “continua”.
Il Re, Badoglio, i Comandanti Militari e vari Ministri “fuggono” da Roma all’alba del 9 settembre lungo la via Tiburtina che li porta a Pescara. Quindi a Ortona si imbarcano sulla corvetta Baionetta e raggiungono Brindisi, non occupata dagli Alleati, dove è costituito il “Governo del Sud”.
I nostri militari rimangono “senza ordini”e si sbandano. Circa 650.000 sono catturati dai tedeschi che li deportano nei campi di concentramento in Germania ed in Polonia, dove sono costretti a lavorare nelle industrie, anche belliche, in quanto non sono considerati prigionieri di guerra, ma Internati militari italiani-IMI.
Il 9 settembre si costituisce a Roma il Comitato di Liberazione Nazionale-CLN ed inizia la Resistenza ai nazifascisti.
Metà settembre 1943- Si costituisce nella bassa Sabina, per iniziativa del maggiore Patrizio D’Ercole, con soldati “sbandati” ed antifascisti locali, la Brigata autonoma D’Ercole (poi collegata al Centro Militare Clandestino guidato dal colonnello Montezemolo), che opera nei territori dei Comuni di Cantalupo, Casperia, Calvi dell’Umbria, Magliano Sabino e Stimigliano, compiendo soprattutto sabotaggi.
Si costituisce a Poggio Mirteto, per iniziativa di antifascisti locali, un gruppo di partigiani, coordinati dal triestino Redento Masci.
La prima operazione dei partigiani è l’assalto al deposito di armi della caserma che si trova vicino all’ex vetreria di Poggio Mirteto, da dove vengono prelevate varie mitragliatrici, molti fucili e pistole e varie casse di munizioni.
Si costituisce la Brigata autonoma Stalin, di cui Masci diventa diventa il Commissario Politico, che opera anche nei Comuni di Montopoli, Passo Corese e sul Monte Tancia.
All’alba del 19 settembre 1943 un gruppo di 5 partigiani, guidati da Masci, fa saltare in aria, alla stazione di Poggio Mirteto tre vagoni carichi di armi e munizioni e quattro vagoni di carburante. Nell’incendio che ne deriva è distrutto il Treno Presidenziale, usato da Mussolini, che era stato portato a Poggio Mirteto per salvarlo dai bombardamenti degli Alleati su Roma.
Sono lesionate anche alcune case nei pressi della stazione, i cui abitanti si trasferiscono nel paese.
L’esperto di esplosivi è il sottufficiale del Genio Giorgio Labò, studente di Architettura, che poi diventa artificiere dei GAP Centrali di Roma. Catturato, insieme con Gianfranco Mattei, altro artificiere dei GAP Centrali, nella Santabarbara allestita in Via Giulia 25/A, il primo febbraio 1944 e portato nel carcere nazista di Via Tasso, viene fucilato a Forte Bravetta il 7 marzo 1944.
In seguito all’operazione, la linea ferroviaria Roma-Firenze è interrotta per 10 giorni.
19 settembre 1943- Nel paese di Nespolo (al confine con l’Abruzzo), scontro a fuoco della Banda Marroni con i tedeschi.
22 settembre 1943- Sabotaggio della linea dell’alta tensione a Poggio Mirteto.
26 settembre 1943- A Poggio Mirteto, i partigiani incendiamo due camion tedeschi.
29 settembre 1943- I partigiani fanno saltare una parte del ponte ferroviario di Galantina, sul torrente Aia, interrompendo totalmente per 3 giorni la linea Roma – Firenze, che funzionerà ad un solo binario per altri 20 giorni.
3 ottobre 1943- I partigiani attaccano un’autocolonna tedesca sulla Via Salaria.
21 ottobre 1943- I partigiani fanno saltare circa 40 metri dei binari della linea Roma- Firenze ed abbattono vari pali della linea elettrica, per oltre 2,5 Km. Il trasporto è interrotto per alcuni giorni e per un mese passano solo treni con la locomotiva a vapore.
23 ottobre 1943- Nuovo sabotaggio al ponte ferroviario di Galantina della linea Roma- Firenze. Nello scontro a fuoco con i tedeschi muore Mario Dottori, che è il primo caduto della Resistenza nella Bassa Sabina. Dato che è privo di documenti, è sepolto come sconosciuto nel cimitero di Gavignano, da dove la slama è traslata nel novembre 1944 al cimitero di Poggio Mirteto.
Alla sua memoria è attribuita la Medaglia d’Oro al Valore Militare.
31 ottobre 1943- nella frazione Villa Gizzi di Leonessa, sono uccise 3 persone.
19 dicembre 1943- A Leonessa vengono distrutte le liste di leva.
16 gennaio 1944- I partigiani attaccano al 47° KM della linea ferroviaria Roma- Firenze un treno carico di soldati ed ufficiali italiani catturati dai tedeschi e che dovevano essere deportati in Germania e liberano i prigionieri.
17 gennaio 1944- I partigiani di una formazione aggregata alla Brigata Gramsci (costituita nel settembre 1943 dagli operai delle acciaierie di Terni) attaccano un’autocolonna tedesca sulla Via Salaria, tra Accumoli e Posta; distruggono due automezzi uccidono 14 soldati. Cadono 4 partigiani.
18 gennaio 1944- I partigiani attaccano di nuovo un’autocolonna tedesca sulla Via Salaria, distruggendo alcuni camion. Muoiono 4 tedeschi ed un partigiano.
Per alcuni giorni è bloccato il transito tedesco sulla Via Salaria.
25 gennaio 1944. E’ interrotta di nuovo la linea ferroviaria Roma- Firenze.
26 febbraio 1944– A Leonessa i partigiani attaccano un automezzo con a bordo il Commissario Prefettizio fascista e lo uccidono. Vengono liberati due detenuti nel carcere di Leonessa. All’azione partecipa anche Don Concezio Chiaretti, Cappellano della Brigata Gramsci, che sarà fucilato il 7 aprile insieme con altre 22 persone.
18 febbraio 1944- E’ attaccato ed occupato dai partigiani il presidio fascista di Vindoli ( frazione di Leonessa); si sottraggono molte armi, munizioni e divise.
1 marzo 1944- Attacco simultaneo dei partigiani della Brigata Gramsci contro alcuni presidi fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) con cattura di armi e munizioni a Morro Reatino.
2-3 marzo 1944- Attacco ai presidi fascisti di Rivodutri e di Poggio Bustone
6 marzo 1944- Aderiscono alla formazione partigiana operante nella zona di Leonessa, una diecina di giovani richiamati alle armi dalla RSI e che dovevano presentarsi ai reparti la mattina dell’8 marzo.
10 marzo 1944– Battaglia di Poggio Bustone contro circa 200 poliziotti e militi fascisti, guidati dal Questore di Rieti, Pannaria, e da un Commissario, che cadono nello scontro a fuoco.
16 marzo 1944– Costituzione della “Zona libera” di Cascia, Leonessa e Norcia. Nella notte sono occupate le caserme fasciste di Posta, Sigillo, Borbona e Antrodoco.
21 marzo 1944- I partigiani della Brigata D’Ercole-Stalin attaccano un’autocolonna tedesca sulla strada da Poggio Mirteto a Bocchignano.
29 marzo 1944- Sul Monte Tancia i partigiani si scontrano con un reparto di SS uccidendone 4.
31 marzo- 1 aprile 1944- Nella notte inizia una vasta operazione tedesca contro la “Zona libera”, con numerosi reparti della 2a Divisione Paracadutisti Hermann Goering e della Divisione di Fanteria Sardinia . Nell’operazione vengono uccise alcune decine di persone e sono catturati alcune centinaia di uomini, portati prima a Rieti e poi a Roma e quindi condotti a lavorare nelle retrovie del fronte di Anzio.
1-2 aprile 1944– Devastazione nazista di Poggio Bustone.
3-7 aprile 1944- L’azione repressiva tedesca si abbatte sul Comune di Leonessa e sulle sue numerose frazioni dove vengono uccise barbaramente 51 persone.
7 aprile 1944- Battaglia del Monte Tancia. Un reparto della Brigata Stalin, che comprende anche la cosiddetta “squadra di Roma” (perché formata da giovani partigiani dei GAP romani, inviati ad operare nella Provincia) frena l’avanzata di un nutrito reparto tedesco con circa 1.000 uomini, in parte del battaglione tedesco Brandeburg ed in parte della 116a Legione della Guardia fascista repubblicana di Rieti. Cadono negli scontri 11 partigiani e circa 400 tedeschi. Tra i caduti ci sono i fratelli romani Franco e Bruno Bruni, di 18 e 20 anni (il secondo riceve la Medaglia d’Oro al Valore Militare, alla memoria).
Per rappresaglia, i tedeschi distruggono alcune frazioni del Comune di Monte S. Giovanni (S. Angelo e Gallo), uccidendo 23 persone, tra vecchi, donne e bambini.
9 aprile 1944- In località “Quattro strade” vengono fucilate dai tedeschi 15 persone arrestate nei giorni precedenti. I corpi vengono sepolti in una buca scavata da una bomba d’aereo. La località sarà successivamente chiamata “Fosse Reatine”.
Tra i fucilati ci sono Roberto Pietrostefani (Comandante militare del CLN di Leonessa) e Giuseppe Felici ( dei GAP romani, Medaglia d’Oro al Valore Militare).
1 maggio 1944- Esposizione di bandiere rosse in varie località.
7 giugno 1944- La Brigata D’Ercole- Stalin libera il paese di Gavignano.
10 giugno 1944- I tedeschi in ritirata sparano diverse cannonate sull’abitato di Poggio Mirteto (come hanno fatto anche a Monterotondo), causando 14 morti.
11 giugno 1944- A Torano i partigiani catturano armi pesanti ai tedeschi in ritirata.
12 giugno 1944- I tedeschi prima di ritirarsi da Rieti distruggono vari edifici pubblici, impianti industriali e ponti sul Velino. Durante la ritirata, uccidono varie persone a Contigliano e a Nespolo.
13 giugno 1944– I partigiani entrano a Rieti , saccheggiata dai tedeschi.
CRONISTORIA DI ALTRI AVVENIMENTI
9 settembre 1943- I tedeschi occupano l’aereoporto di Rieti e le industrie cittadine.
25 ottobre 1943- Si insedia come Capo della Provincia di Rieti (nuova denominazione della carica di Prefetto) Ermanno Di Marsciano, già Segretario Federale del Partito Nazionale Fascista (PNF) di Rieti.
19 novembre 1943- Primo bombardamento di Rieti.
15 giugno 1944. Arrivano a Rieti gli Inglesi.
7 luglio 1944- Il tenente colonnello inglese Robinson, Governatore Militare della Provincia di Rieti, emana un proclama, pubblicizzato con manifesti, con il quale si invitano le formazioni partigiane a presentarsi al più vicino Comando militare alleato.