La persecuzione degli omosessuali da parte dei nazisti

 di Giorgio Giannini

 

LA PERSECUZIONE

 

Con l’avvento del nazismo, l’omosessualità è all’inizio tollerata, ma successivamente

è severamente repressa ed anche utilizzata come arma politica o per vendetta personale, per distruggere gli oppositori o gli antagonisti.

Il 23 febbraio 1933 Hitler, Cancelliere dal 30 Gennaio, proibisce le pubblicazioni pornografiche e l’attività della Lega per i Diritti Umani, che sostiene l’abrogazione del Paragrafo 175 del Codice Penale.

Lo stesso giorno è emanato un Decreto con cui si dispone la chiusura di tutti i luoghi pubblici frequentati da omosessuali (club, bar, alberghi… ).

Il 6 maggio 1933, la sede del Comitato Scientifico Umanitario a Berlino è devastata dai nazisti che bruciano gli oltre 10.000 volumi della biblioteca.

Nel novembre del 1933 l’Amministrazione di Amburgo chiede alla polizia di “tenere sotto controllo i travestiti e di inviarli nei Campi di concentramento, se necessario”. Così i primi omosessuali vengono rinchiusi nel Lager di Fuhlsbuttel.

Le premesse ideologiche per la repressione antiomosessuale nazista sono enunciate dal giurista Rudolf Klare, al convegno della Federazione Internazionale delle Organizzazioni Eugenetiche, che si tiene a Zurigo nel luglio 1934. Il suo pensiero è in seguito enunciato nel libro “Omosessualità e diritto penale” nel quale auspica l’aggravamento delle sanzioni a carico degli omosessuali maschi ed anche la repressione del lesbismo, fino ad allora ignorato dal Paragrafo 175 del Codice Penale.

Il 24 ottobre 1934 la Gestapo invia una Circolare segreta a tutti gli uffici della Polizia con l’ordine di inviare l’elenco delle persone considerate omosessuali.

Il 22 maggio 1935, il giornale delle SS “Das Schwarze Korps” ( Il corpo nero ) propone la pena di morte per gli omosessuali maschi poiché il 10 % dei tedeschi “nel momento migliore delle loro capacità fisiche (circa due milioni ) sono contaminati da questo spaventoso retaggio del periodo liberale”.

Nello stesso periodo la Commissione Penale del Reichstag si esprime di nuovo contro l’irrigidimento dell’interpretazione e dell’applicazione del Paragrafo 175, nonostante ne facciao parte alcuni giuristi nazisti (Roland Freisler, futuro Presidente del Tribunale del Popolo, Otto Georg Thierack, futuro Ministro della Giustizia ). Ciò nonostante, il 28 giugno 1935 Hitler introduce l’articolo 175/A del Codice Penale con il quale si puniscono con la reclusione di sei mesi le semplici “fantasie sessuali”. Scontata la condanna il condannato è inviato dalla Gestapo in un Campo di concentramento “a scopo rieducativo”.

Il 10 ottobre 1936 Himmler, in un discorso pubblico afferma la necessità della eliminazione fisica degli omosessuali, considerati dei “degenerati” che possono distruggere la razza tedesca con il loro comportamento sessuale.

Il 26 ottobre 1936 Himmler istituisce all’interno del Servizio di Sicurezza ( Sicherheitsdienst-SD ) il Dipartimento della Sicurezza Federale per combattere l’aborto e l’omosessualità ,denominato Sezione SD II-S, con il compito di controllare e  reprimere l’aborto e l’omosessualità , affidato al Capitano delle SS Joseph Meisinger . 

Il 27 settembre 1939 questo Dipartimento viene riorganizzato nell’Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich (RSHA ,) diretto da  Reinhard Heydrich.

Il 17 febbraio 1937 Himmler, in un discorso ai Comandanti delle SS, afferma la necessità dell’eliminazione degli omosessuali anche se militanti nell’Organizzazione.

Il 28 maggio 1937 Goebbels, Ministro della Propaganda, attacca violentemente le organizzazioni cattoliche, considerate “focolai di omosessuali”, in un discorso pubblicato su tutti i mezzi di informazione, nel quale afferma che “la sacrestia è diventata un bordello… ed i monasteri sono un allevamento di omosessuali”; accusa inoltre  le autorità ecclesiastiche di conoscere molto bene il problema ma di non prendere alcuna iniziativa. La Gestapo è incaricata di arrestare i preti omosessuali.

L’attacco contro la Chiesa Cattolica è la conseguenza della pubblicazione dell’Enciclica Mit Brennender Sorge ( Con viva ansia ), emanata nel Marzo 1937 dal Papa Pio XI  per condannare le limitazioni all’attività  religiosa decise dal regime nazista, che pertanto ha vietato la diffusione del documento pontificio.

 

L’INTERNAMENTO  NEI LAGER

 

Il 4 aprile 1938 Himmler dispone che gli omosessuali arrestati per “atti contrari alla morale” possono essere inviati direttamente nei Lager, senza processo. Così la repressione si intensifica.

Il 1 gennaio 1939 è pubblicato l’Annuario del RSHA dal quale risulta che circa 33.000 omosessuali sono stati processati; la maggior parte sono stati condannati e quindi deportati nei Lager.

Il 29 febbraio 1940 Himmler pronuncia un nuovo violento discorso contro gli omosessuali affermando che molti di loro sono stati puniti.

Il 4 novembre 1941 è emanato un Decreto relativo ai “criminali devianti”, i quali devono essere eliminati se “minacciano la salute del popolo tedesco”. Il provvedimento, per espressa decisione di Himmler, si applica anche ai poliziotti ed ai membri delle SS “sorpresi in un comportamento indecente con un altro uomo”. A questo scopo, il 15 novembre è emanato il Decreto per il mantenimento della purezza nelle SS e nella polizia, che dispone la condanna a morte di ogni membro delle SS o della Polizia, indipendentemente dalla sua età, “che si abbandonino in un comportamento indecente con un altro uomo”. Nel febbraio 1942 il provvedimento viene esteso a tutti i civili.

All’interno dei Lager, gli omosessuali, contrassegnati sugli abiti da un triangolo di colore rosa, con chiara intento spregiativo, svolgono  i lavori più ripugnanti, come  lo svuotamento delle latrine oppure quelli più  pesanti, come il lavoro nella cave di argilla, per la fabbricazione delle ceramiche  Klinker, a Sachsenhausen. Sono anche utilizzati come cavie negli pseudoesperimenti scientifici attuati dai medici delle SS. Inoltre, molto spesso sono vessati ed anche stuprati dai loro compagni di baracca.

Himmler, ritenendo che gli omosessuali siano recuperabili, aveva incaricato già alla fine degli anni trenta vari medici, docenti universitari, di fare degli esperimenti a questo scopo nel Lager di Dachau, ma  tutti, nei loro rapporti, avevano sostenuto che  gli omosessuali non erano recuperabili. Essendo sempre fermo della sua idea, aveva anche istituito una sezione speciale per gli omosessuali nel Lager femminile di Ravensbruck, incaricando alcune prostitute polacche di  dedicare ad essi i loro favori sessuali per cercare di “guarirli”. Poiché anche questa terapia si era dimostrata inefficace, Himmler, nel 1943, incarica l’endocrinologo danese Karl Vernaet, che presta servizio come medico delle SS a Praga, di trovare una soluzione al “problema”. Vernaet ritiene che gli omosessuali si possano guarire attraverso la castrazione e poi con l’innesto di un glande artificiale e l’immissione di un ormone maschile sotto l’inguine o sotto la pelle dell’addome. Himmler, pertanto, gli mette a disposizione il Lager di Buchenwald ed il chirurgo Gerhard Schiedlavsky per gli esperimenti medico-chirurgici, che però sono interrotti, probabilmente in seguito  ad un’epidemia di febbre gialla, dato che nel Lager si  effettuano anche esperimenti su diverse malattie infettive. Vernaet così continua gli esperimenti nel Lager di Neuengamme, dove  molti omosessuali  vengono sottoposti al trattamento chirurgico ed ormonale, ma non “guariscono”. Muoiono invece per essere stati imbottiti di ormoni. L’Operazione Vernaet si rivela quindi un completo fallimento.

Alla fine del 1943 Himmler dispone il rilascio dal Lager di ogni omosessuale che si fosse fatto castrare e che avesse tenuto una buona condotta. La castrazione degli omosessuali diventa così una pratica molto diffusa. Però gli omosessuali, dopo l’intervento, sono inseriti in reparti di disciplina ed inviati a combattere in prima linea.

 

 

Author: redazione