LA PASQUA DI SANGUE DELL’APRILE 1944 A LEONESSA (RIETI)

di Giorgio Giannini

LA PASQUA DI SANGUE DELL’APRILE 1944 A LEONESSA (RIETI)

IL PRIMO “TERRITORIO LIBERO” D’ITALIA

 

Il primo Territorio Libero dai nazifascisti è costituito il 16 marzo 1944 a cavallo tra il Lazio e l’Umbria, nel territorio dei Comuni  di Cascia, Norcia, Leonessa, Monteleone di Spoleto, Poggio Bustone e Rivodutri. Ha una superficie di circa 1.000 Kmq. Il Comando è nell’albergo Italia di Cascia.

La  zona è liberata dalla Brigata garibaldina Gramsci, costituita nel settembre 1943, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre, dagli operai delle Acciaierie di Terni dai contadini comunisti e da altri antifacsisti. In seguito si aggregano  alla Brigata alcune centinaia  di prigionieri di guerra fuggiti dai Campi di concentramento della zona, dopo la dissoluzione delle nostre truppe successiva all’Armistizio, ed anche un gruppo di prigionieri slavi, fuggiti dal carcere di Spoleto. Si aggrega alla Brigata anche una formazione partigiana autonoma, ma  aderente al Comitato di Liberazione Nazionale-CLN, costituita nel settembre 1943 a Leonessa da Don Concezio Chiaretti, Tenente Cappellano del 9° Reggimento Alpini della Divisione Julia, che ne diventa il Presidente, dal Commissario Prefettizio dott. Ugo Tavani, Maggiore Medico, dal dott. Roberto Pietrostefani, Sottotenente di Fanteria, e dal l’avv. Giuseppe Chimenti. 

L’esistenza di questo Territorio Libero, controllato dai partigiani, a ridosso di due importanti  strade Consolari (la Via Flaminia e la Via Salaria) non può essere tollerata dai tedeschi, che si apprestano a ritirarsi dal fronte di Anzio per attestarsi sulla Linea Gotica, un baluardo difensivo di circa 300 Km,  tra la città di Massa in Toscana e quella di Pesaro nelle Marche. Pertanto devono riprendere il controllo della zona  per evitare problemi alle loro truppe in ritirata verso la Linea Gotica. Così, nella notte di venerdì 31 marzo 1944 i tedeschi iniziano una vasta operazione militare, denominata Uovo di Pasqua, durata circa dieci giorni, con numerosi reparti  della 2a Divisione Paracadutisti Hermann Goering e della Divisione di Fanteria Sardinia, per “ripulire” tutta la zona dalle formazioni partigiane che la controllano. Devastano numerosi paesi, saccheggiano e bruciano molte case e uccidono parecchi abitanti.

Le vittime della repressione nazista sono alcune centinaia (51 solo nel Comune di Leonessa); un migliaio di uomini abili al lavoro sono rastrellati; circa la meta di essi sono portati a Roma e rinchiusi nel campo di concentramento istituito a Cinecittà, per lavorare nelle retrovie del fronte di Anzio.

 

LA LIBERAZIONE DI LEONESSA

 

Nel mese di gennaio 1944  partigiani della Brigata Gramsci intensificano l’attività nella zona di Leonessa. Nella notte tra l’11 ed il 12 gennaio si recano nella frazione di Terzone e prelevano oltre 350 quintali di grano dal locale magazzino adibito all’ammasso dei cereali e ne distribuiscono circa 250 tra la popolazione, conservando il resto per le necessità della Brigata.

La sera del 28 gennaio i partigiani si recano di nuovo a Terzone e prelevano altri 80 quintali di grano.

La mattina del 16 febbraio i partigiani attaccano il presidio fascista della frazione di Vindoli, catturando e disarmando l’intera guarnigione composta da una quindicina di militi repubblichini, una parte dei quali chiede di aderire alla Brigata Gramsci. E’ presa una grande quantità di armi e di munizioni.

Il 25 febbraio i partigiani catturano tre militi fascisti nella frazione di Villa Lucci, togliendo loro le armi, i vestiti e le scarpe. Nella stessa giornata i militi sono rilasciati in seguito all’intervento umanitario di don Concezio Chiaretti.

A metà marzo, il Comando della Brigata Gramsci decide di occupare Leonessa. Avendo saputo del progetto, don Concezio Chiaretti si reca all’albergo Italia di Cascia, sede del Comando della Brigata,  ed incontra i Comandanti  Zagaglioni Vero e Bartolini Dante invitandoli a desistere dall’iniziativa, allo scopo di evitare uno scontro, che sarebbe stato molto cruento e quindi drammatico anche per la popolazione civile. Poichè i due Comandanti partigiani insistono nel loro progetto, don Concezio, ritornato a Leonessa, si reca al locale presidio fascista, facendo presente al Comandante l’imminente attacco partigiano e consigliandolo di  ritirarsi dalla cittadina con i suoi militi per evitare  lo scontro armato. Così i fascisti lasciano Leonessa, dove rimangono solo i pochissimi Carabinieri della locale caserma.

La mattina del 16 marzo i partigiani entrano a Leonessa  senza  spargimento di sangue, liberando la cittadina dall’occupazione nazifascista. Il Comandante Zagaglioni Vero parla alla popolazione  spiegando gli scopi della lotta armata ed invitandola alla collaborazione.  Lo stesso giorno è costituito il Territorio Libero.

Il 18 marzo  i partigiani si ritirano da Leonessa ritornando a Cascia.

 

GLI ECCIDI DI  LEONESSA

 

L’esistenza del Territorio Libero non può essere tollerata dai tedeschi che alla fine di marzo decidono di riprendere il controllo della zona con l’Operazione Uovo di Pasqua. Così, la mattina del 31 marzo un reparto di soldati nazisti arriva a Leonessa, dove non c’erano partigiani, e riprende il controllo dell’abitato. Vengono rastrellati alcune decine di uomini, molti dei quali sono portati a Rieti e rinchiusi nelle locali carceri. Altri rastrellamenti  vengono operati dai nazisti nei giorni seguenti nelle varie “ville” (frazioni), catturando altre decine di uomini, compresi i due Parroci di Leonessa: Don Pio Palla, Parroco di S. Pietro, e Don  Guido Rosini, Parroco di S. Maria, che sono accusati di essere dei “badogliani “(sostenitori del Governo Badoglio) e quindi passibili di fucilazione. Il Vescovo di Rieti, Mons. Migliorini, avendo saputo del loro arresto, ne chiede la liberazione al Capo della Provincia (Prefetto) di Rieti, Ermanno Di Marsciano, che però risponde di non poter intervenire presso i tedeschi. Alcuni giorni dopo,comunque, i due Parroci sono rilasciati.

In alcune “ville”  i nazisti distruggono delle case ed uccidono degli abitanti : il primo aprile a Vallunga (3 persone uccise); il 2 aprile, Domenica delle Palme, a Villa Carmine (6 persone uccise); il 4 aprile a Villa Pulcini (1 persona uccisa).

Un eccidio in massa è attuato dai nazisti il 6 aprile a Cumulata, dove trucidano 12 persone  su istigazione della collaborazionista Rosa Cesaretti, che fa uccidere anche suo fratello, che era un invalido di guerra. Vorrebbe far uccidere anche la cognata, che è incinta, ma appunto per questo suo stato è risparmiata di tedeschi. Degli abitanti maschi di Cumulata, le cui case vengono tutte incendiate, si salvano solo due giovani.

Il giorno seguente, 7 aprile, altre 3 persone sono trucidate a Ponte Riovalle.

L’eccidio più grande è attuato la mattina del 7 aprile ( Venerdì Santo di Pasqua) a Leonessa da un reparto di SS, di cui fanno parte anche alcuni italiani, al comando di un Tenente; con loro c’è la collaborazionista Rosa Cesaretti, che fa catturare dai tedeschi 23 persone. Tra queste c’è anche il giovane Vice Parroco Don  Concezio Chiaretti, Presidente del locale Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), che è catturato mentre esce dalla chiesa di S. Giuseppe, dove ha appena celebrato la messa.

Le persone catturate sono  raccolte nella Piazza, all’angolo con il Corso; quindi verso le ore 14 sono portate appena fuori dell’abitato, vicino alla locale centrale elettrica,in località Fossatello, dove alle 15 circa ha inizio il loro massacro, a gruppi di 3-5 persone, con una mitragliatrice. Molti abitanti di Leonessa assistono all’eccidio dato che il luogo è ubicato su un poggiolo.

La sera, dopo che i tedeschi hanno lasciato la cittadina, i corpi delle 23 vittime vengono  recuperati e portati nella chiesa di  S. Francesco, dove sono deposti sul pavimento, coperti con lenzuola. Il giorno seguente, Sabato Santo 8 aprile e la Domenica di Pasqua, 9 aprile, le vittime sono portate al cimitero senza suono di campane  e senza cerimonia religiosa perché nel paese non c’è più alcun sacerdote.

 

LA MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALORE CIVILE

 AL COMUNE DI LEONESSA

 

Complessivamente, in una settimana, nel Comune di Leonessa vengono uccisi dai tedeschi 51 persone. Per questo tributo di sangue, è stata conferita, con Decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi dell’ 8 luglio 1959, al Comune di Leonessa la Medaglia d’Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione: “Resisteva con intrepido coraggio allo straniero accampato  in armi sul sacro suolo della  Patria, offrendo la vita di numerosi  dei suoi figli per la causa della libertà”.

L’Amministrazione Comunale e la sezione dell’ANFIM ( Associazione Nazionale delle Famiglie dei Martiri caduti per la libertà della Patria) hanno chiesto più volte di poter commutare la Medaglia d’Argento in Medaglia d’Oro per l’alto tributo di sangue  pagato dalla popolazione di Leonessa, senza però alcun risultato.

Nel 2000 il Comune ha incaricato il Generale Enzo Climinti ( che nel settembre 1943 ,quando era allievo Ufficiale dell’Esercito, era stato dichiarato disertore e quindi aveva fatto il partigiano nell’altopiano di Leonessa) di effettuare una nuova indagine storica allo scopo di reperire nuovi documenti per sostenere la richiesta della concessione della  Medaglia d’Oro. Il Generale Climinti ha reperito una ventina di importanti documenti, compreso un rapporto segreto della 14 Armata tedesca, operante nell’Italia Centrale, dal quale risulta che l’attività  dei partigiani operanti nella zona di Leonessa provocò più volte l’interruzione delle vie di comunicazione.

Sulla base di questa ricerca, nel 2001 è stata presentata una nuova domanda per ottenere la Medaglia d’Oro. Speriamo che questa volta si riesca ad ottenerla.      

Il Monumento ai 51 Caduti  di Leonessa, dopo tanti anni di insistenti richieste, è stato finalmente riconosciuto  Sacrario Militare e preso in consegna dalla Direzione Generale del Ministero della Difesa Onorcaduti, ed attende di essere restaurato dopo una lungo periodo di abbandono.

Nell’aprile 2004 è stata presentata dal Consigliere Regionale del Lazio Angelo Bonelli (Verdi) la Proposta di Legge Regionale per la Istituzione di un Parco storico a Leonessa, allo scopo di mantenere vivo il ricordo, soprattutto tra le nuove generazioni, del primo Territorio Libero d’Italia e degli eccidi nazisti dell’aprile 1944. Purtroppo, la Proposta non è stata esaminata né è stata ripresentata.

 

 

 

 

Author: redazione