di Andrea Moiani
Dopo diverse esperienze come comparsa, il giovane sabino Jacopo Relucenti (risiede a Montopoli in Sabina) si appresta ad esordire come attore di ruolo nel film “Il buio e la luce” sotto la regia di Yanes Darbaz. Prodotto e distribuito da Golden Studios.
Prodotto da Golden Studios e in uscita nei primi mesi del 2022, “Il buio e la luce” è un film autobiografico in cui lo stesso Yanes Darbaz parla del suo passato fatto di male, soprusi e fiducie tradite. «Il mio personaggio si chiama Luca di Fazio» ci spiega Relucenti. «È un fotografo realmente esistito (ma con nome fittizio) che trasferitosi da Roma a Milano trova lavoro per un’agenzia di moda e spettacolo, diventando poi confessore del protagonista ma anche suo “carnefice morale”. Luca è quindi un personaggio cardine della storia, poiché lo raggirerà sempre per soldi.»
Classe 1992, Jacopo Relucenti vanta nel suo curriculum apparizioni in film quali “Non sono quello che sono” e “Il principe di Roma”, che gli ha permesso di lavorare accanto a Edoardo Leo e a Marco Giallini. Relucenti è inoltre apparso in serie TV come “Fuoco amico TF45 – Eroe per amore” con Raoul Bova e “Squadra Antimafia 8”.
Come ti sei avvicinato al mondo del cinema?
Per puro caso. Le prime esperienze risalgono al 2015, quando facevo qualche piccola apparizione come comparsa. Mi ci sono avvicinato di nuovo al cinema al mio ritorno dalla Thailandia, alla fine del 2019: dopo aver inviato varie candidature ricevo una chiamata per il nuovo film di Edoardo Leo “Non sono quello che sono” per un mese e mezzo di figurazione speciale. Si trattava di un ruolo di comparsa leggermente diverso, perché mi permetteva di stare accanto agli attori e di parlare quando necessario. A partire da questa prima, nuova esperienza, ho ripreso il lavoro come comparsa in altri film.
Questo è il tuo primo film come attore di ruolo. Come è avvenuto questo passaggio da comparsa semplice?
È avvenuto nel modo più semplice ed inaspettato: rispondendo ad un annuncio su Facebook, tentando nonostante si trattasse di un lavoro fuori regione (in Piemonte). Dopo un mese e mezzo in cui non ho avuto notizie mi hanno comunicato che ero stato preso per il casting. Una volta lì mi sono sottoposto ad un provino e alla fine sono stato preso per il ruolo.
C’è un attore con il quale ti sei trovato particolarmente bene, in questi anni?
Sicuramente direi Edoardo Leo. Quando stavamo girando a Nettuno è stato così gentile da offrirmi la sua camera d’albergo, sapendo che venivo da così lontano. Lui conosce bene la zona. Stessa cosa vale per Marco Giallini, davvero simpatico e spontaneo.
Un lato positivo e uno negativo che hai riscontrando lavorando sul set…?
Uno dei lati positivi è il fatto di poter conoscere sempre gente nuova anche se si è una semplice comparsa. I lati negativi sono molti, anche se potrebbe non sembrare a chi è esterno a questo ambiente. Un elemento su tutti è l’attesa: l’attesa per i costumi, l’attesa per i pasti, ma soprattutto l’attesa della chiamata per un nuovo ruolo. C’è inoltre il fatto che lavorare sul set può comportare anche 12/13 ore di lavoro al giorno, magari lavorando continuamente sulla stessa scena.
Quanta preparazione c’è stata per svolgere il tuo ruolo?
È stata molta sia per essere la mia prima volta, sia per il fatto che si tratta di un personaggio ispirato ad una persona realmente esistita. Sono dovuto scendere nella realtà di Luca di Fazio (nome fittizio) e di cercare di diventare come lui. Per potermi immergere ulteriormente nel ruolo sono stato per una settimana in contatto diretto con Yanes Darbaz, protagonista e autore del film, dove interpreta sé stesso e la sua storia. In questa occasione ho avuto modo di capire nel profondo cosa questo Luca di Fazio ha fatto a lui e a sua madre. Non è stato facile, trattandosi di una situazione molto pesante. Come si vedrà anche nel film, Yanes Darbaz e sua madre hanno vissuto minacce e situazioni pericolose.
Pensi che la Sabina abbia un potenziale dal punto di vista cinematografico?
Credo di sì, in primis per quanto riguarda la location se l’ambientazione venisse ben curata. Poi dipende molto dal film in questione: in caso di film in costume ambientato nel Trecento non ci sarebbero problemi, in caso di film recenti no. L’ambientazione della Sabina, a parer mio, non riesce a rispecchiare totalmente la società odierna. Per renderla più adatta si potrebbe pensare ad un soggetto diverso, magari ad una Sabina futuristica che si adatta all’avvenire.
Cosa ti auguri per questo film?
Spero che abbia il successo che si merita, perché a meritare è anche la storia che esso racconta. È una storia che va capita, così come va capita la storia del protagonista, ossia di un ragazzo che viene trattato malissimo da parte di persone cui lui si fidava. Lui dava loro cuore e soldi ma riceveva del male, perchè erano al soldo di Angela Landi (anch’esso nome fittizio). Questo lo porterà allo sfinimento e quasi alla morte. È un film che merita e spero che sia un’opportunità per questo ragazzo e per sua madre, affinchè possa uscire da questa situazione.