di Maria Grazia Di Mario
“Sono esplose la Via degli Dei, la Via Francigena, la Via Appia, anche La Via di Francesco, ma solo nel tratto umbro-toscano perché Rieti è ancora una Cenerentola nonostante la presenza di Francesco così importante, come e forse più che ad Assisi. E nonostante la nuova Legge sui Cammini dia la grande possibilità agli enti locali di essere protagonisti entrando in una cabina di regia, peraltro già costituita, Rieti è latitante ed Assisi protagonista”, ha dichiarato il senatore RICCARDO NENCINI (presidente della Commissione Cultura del Senato) che di quella legge è stato il fautore e primo firmatario, tirando le orecchie ai politici reatini, nel corso dell’incontro che si è tenuto presso la sede elettorale di Carlo Ubertini, alla presenza di Carlo Ubertini e dell’onorevole Oreste Pastorelli .
“La cabina di regia è composta da rappresentanti dei Ministeri competenti in materia di cammini e da rappresentanti delle regioni, delle province e dei comuni e fortunatamente è aperta a nuovi ingressi – ha precisato Nencini – . Io qui a Rieti non devo inventare nulla, ho la Regola, 4 monasteri, una possibilità di intreccio con la Via Francigena, non utilizzare questo patrimonio è follia”. Per il senatore la politica è colpevole per non aver compreso che Francesco è il mondo ed aver sottovalutato le opportunità che offre l’intreccio tra figura di San Francesco, il Giubileo e le interconnessioni con la via Francigena e a ridosso di eventi importanti quali, nel 2023, l’ottavo centenario del presepe vivente di Greccio, nel 2025 il Grande Giubileo di Roma e nel 2026 l’ottavo centenario della morte di Santo. Proprio in questa direzione dovrà invece giocarsi il futuro del turismo e di uno sviluppo del territorio che leghi e valorizzi ambiente, cultura, paesaggio, spiritualità, così come ha precisato lo stesso Ubertini.
Ma vediamo in sintesi cosa prevede la legge e le opportunità che offre (anche legate al PNNR); intanto va detto che nasce per favorire il superamento dell’attuale frammentazione e disomogeneità degli interventi, lamentati dalle stesse regioni, dagli enti locali, dagli esperti e dagli operatori del settore. Era necessario, per Nencini, delineare una governance unitaria di un fenomeno di grande significato e valenza culturale, oltre che religiosa, sportiva, sociale ed enogastronomica, e come emergente fenomeno di turismo lento esperienziale; andava definita una normativa statale in grado di offrire uno strumento di salvaguardia sistemica dei cammini stessi in quanto beni culturali complessi, considerati quindi nella loro unitarietà e per il loro significato di arricchimento della comunità e di conservazione del suo patrimonio identitario, oltre che come opportunità di sviluppo economico dei territori.
I cammini vi sono concepiti come itinerari culturali, finalità la tutela/ valorizzazione dei monumenti, dei luoghi e dei siti di interesse storico, culturale, religioso e naturalistico, la valorizzazione dei borghi, il rilancio dell’attività culturale nei territori attraversati, o limitrofi ai cammini e della connessa attività di accoglienza, a sostegno di una strategia nazionale delle aree interne. Non si trascurano gli aspetti sociali ed enogastronomici, nonché quelli attinenti alla tradizione e all’identità culturale italiana nella sua unitarietà e nelle sue diversificazioni, con attenzione alle persone diversamente abili, o con mobilità ridotta.
“La globalizzazione chiede di conoscere le vere identità dei territori. Per individuare la direzione di marcia è necessario guardare al nostro codice genetico, devono essere individuate le direttrici di sviluppo e noi possiamo senz’altro puntare sul naturalismo letterario, religioso e scientifico”, ha risposto Ubertini ricordando San Francesco, Terenzio Varrone e Nazareno Strampelli e raccogliendo l’invito a far diventare questo tema il cavallo portante della campagna elettorale ed un impegno prioritario per il futuro.