Il presepe: un po’ di storia. Dal II secolo ai presepi romani e napoletani

di Giorgio Giannini

 Sin dal II secolo, la nascita di Gesù  è raffigurata su affreschi nelle catacombe: in particolare, in quella di S. Priscilla la madonna è rappresentata seduta con il bambino sulle ginocchia, mentre un uomo (Giuseppe o un profeta) addita una stella nel cielo.

Successivamente, dal IV secolo (dopo l’emanazione dell’Editto di Milano del 313 di Costantino che riconosce libertà di culto per i cristiani), la Natività è raffigurata anche sui bassorilievi dei  sarcofagi e su formelle di terracotta appese nelle abitazioni, ma queste rappresentazioni non possono essere considerate dei veri presepi. Infatti, il termine presepe (o presepio, dal latino  praesepe-praesepis)  si riferisce solo alle rappresentazioni plastiche a tutto tondo della Natività e delle altre scene ad essa collegate, quali l’annuncio della nascita  ai pastori, la loro adorazione di Gesù e l’arrivo dei Magi.

Dal IV secolo vengono rappresentati nella Natività anche il bue e l’asino: addirittura, in alcune raffigurazioni  ci sono i due animali e mancano la Madonna e/o  Giuseppe (come nel sarcofago conservato nella Chiesa milanese di  S. Ambrogio o nel Museo Pio Cristiano nel Vaticano).

Un  embrione di presepe può essere considerato la  tettoia in legno, retta da tronchi di albero, che il Papa Liberio, nella metà del IV secolo, fece erigere  nella Basilica romana di S. Maria  ad presepe, in seguito denominata S. Maria Maggiore.

In questo periodo, le rappresentazioni della Natività sono molto semplice e  con pochi personaggi: oltre alla Sacra Famiglia (Maria, Giuseppe e Gesù), al bue e all’asino, ci sono alcuni pastori e sopra la grotta c’è la stella cometa.  In seguito compaiono i Re Magi, in numero variabile. Il Papa S. Leone Magno, nel V secolo, fissò in tre il numero dei Re Magi, chiamati Baldassarre, Gaspare  e Melchiorre, che portano a Gesù rispettivamente oro, incenso e mirra.

Fino al XIII secolo, la Madonna, nelle Natività in bassorilievo, è rappresentata seduta, con Gesù in braccio, oppure  coricata accanto al Bambino, che si trova nella mangiatoia. Successivamente, con l’affermarsi del culto mariano, poiché la maternità della Madonna non poteva essere raffigurata come quella di una donna comune, Maria e Giuseppe vengono rappresentati in ginocchio accanto alla mangiatoia, mentre adorano Gesù.

Nel Duecento appaiono le rappresentazioni artistiche della Natività, rappresentata in un gruppo scultoreo (famosa è l’Oratorium praesepis dello scultore toscano Arnolfo di Cambio, conservata nella Basilica romana di S. Maria Maggiore) o in una formella (famose saranno quelle realizzate nel XV secolo dai Della Robbia, da tutti ammirate per la loro bellezza).

Nel XIII secolo, S. Francesco allestisce, con il consenso del Pontefice, il primo presepe vivente a  Greccio (un paesino della Sabina, oggi in Provincia di Rieti) durante la messa solenne della notte di Natale dell’anno 1223. Nessuno però allora impersonò la Sacra Famiglia, come riferiscono Tommaso da Celano e S. Bonaventura (biografi di S. Francesco), ma solo i pastori.

Il primo presepe con personaggi a tutto tondo risale al 1283 e fu scolpito in legno su committenza del Papa Onorio IV. Questo tipo di presepe, fatto  con statue lignee policrome, spesso a grandezza naturale, si diffonde rapidamente nel Cinquecento, non solo ad opera dei Francescani, ma anche ad opera dei vari Ordini Religiosi nati con la Controriforma (soprattutto i Gesuiti ed i  Teatini) che li allestiscono nelle loro chiese. Successivamente, i personaggi del presepe aumentano di numero e non sono più realizzati solo in legno ma anche in terracotta policroma.

Con il passare del tempo, anche la tecnica scenografica si perfeziona: allo sfondo dipinto è sostituito un paesaggio a rilievo, con monti, torrenti, villaggi e greggi di animali (pecore e capre). Compaiono, accanto  alla stalla  o grotta della Natività, altre scene che rendono la rappresentazione più spettacolare (oltre alle montagne ed ai villaggi nello sfondo, le stelle nel cielo, il torrente con il ponte,….) e vengono rappresentate delle scene  di vita quotidiana, come la fontana (con le donne che  attingono l’acqua con le brocche) e la taverna, piena di ogni genere di beni.

Durante il periodo barocco, si diffonde il presepe mobile, i cui personaggi, non di grandi dimensioni, sono realizzati con manichini in legno (spesso scolpiti da valenti artisti), con il viso in porcellana, la parrucche, gli occhi di vetro, sono snodati ed indossano abiti ricamati ed anche ornamenti preziosi. Il presepe  viene allestito ogni anno, prima del Natale (in genere per la festa della Immacolata- l’8 dicembre- o per la festa di S. Lucia-il 13 dicembre) e smontato dopo l’Epifania (talvolta rimane fino alla candelora, all’inizio di febbraio).

Il presepe non è più allestito soltanto nelle chiese, ma anche nelle case dei nobili e dei borghesi che fanno a gara nel creare quello più bello e sforzoso. Il presepe diventa una dimostrazione del prestigio e della ricchezza della propria casata o famiglia ed è aperto al pubblico, in modo che tutti lo possano ammirare.

Solo alla fine dell’Ottocento il presepe si diffonde tra il popolo, allestito in quasi tutte le case, anche se in modo molto semplice, soprattutto nelle Regioni in cui maggiore è la tradizione presepistica (non solo al Sud, come in Campania, Sicilia e Puglia, ma anche al Nord, come in Liguria ed in Toscana).

 

IL PRESEPE NAPOLETANO

 

Il presepe ha un particolare sviluppo nel Settecento a Napoli, dove nasce il mestiere del figurinaio o figuraro, cioè il creatore di statuette del presepio, alte circa 35-40 centimetri e realizzate non più in legno, ma  in stoppa, con uno scheletro in fil di ferro e gli arti in legno dipinto, mobili, con la testa in terracotta policroma e gli occhi di vetro. Addirittura, alcuni artigiani, che lavorano soprattutto nella zona di S Gregorio Armeno (dove ancora oggi si possono vedere al lavoro) si specializzano nella creazione di un determinato tipo di personaggio; così, il presepe napoletano si popola di tanti personaggi diversi, che rappresentano i vari mestieri, con i loro abiti caratteristici. Anche la rappresentazione degli animali diventa molto varia: sono raffigurati anche animali esotici, come pappagalli, scimmie, cammelli, leoni, leopardi, che fanno parte del seguito dei Re Magi.   

A Napoli, la creazione del presepe diventa un passatempo per i nobili ed i ricchi borghesi, che fanno a gara nell’allestimento del presepe più sfarzoso e più bello. Famoso era il presepe del Principe di Ischitella, nel quale i vestiti dei Magi erano ricoperti di oro e di gemme preziose e quello allestito  nel Natale del 1707 dall’architetto Gian Battista Nauclerio, che simulava, con un’ottima illuminazione, il trascorrere delle ore. Il presepe  diventa così uno strumento per ostentare la propria ricchezza o quella della propria famiglia.

La visione di questi presepi è  aperta al pubblico in modo che tutti li possano ammirare. Li ammirano  anche il Re, con la Corte, e gli stranieri che giungono a Napoli con il Gran Tour e che li descrivono nei loro diari di viaggio.

Anche il Re Carlo III di Borbone trascorre molto tempo a sovrintendere all’allestimento del presepe, in alcuni saloni del Palazzo Reale, ed anche a costruire lui stesso delle statuine. La Regina invece, cuce i sontuosi vestiti per i vari personaggi.

Bellissimi presepi sono  comunque allestiti anche nelle chiese, soprattutto ad opera dei Francescani e dei Gesuiti .

Nel corso del XVIII secolo il presepe si diffonde anche presso il popolo  napoletano, anche se allestito in modo semplice e povero, con pochi personaggi messi sul cosiddetto scoglio (un semplice masso) che costituisce il presepe, custodito dentro una scatola  (la scarabattola)  con una teca di vetro, appesa al muro  o posta sul comò.

 

ALCUNI PRESEPI CARATTERISTICI

 

Molti costruttori hanno realizzato presepi caratteristici, anche piccolissimi, in miniatura, che possono essere visti solo con la lente di ingrandimento, allestiti all’interno di un orologio, nel guscio di un uovo o di una noce o addirittura in un nocciolo di  ciliegio.

Si vanno anche diffondendo i presepi meccanici, il più grande dei quali, in Europa,  si trova  nella Chiesa torinese dell’Annunziata, in Via Po, inaugurato nel 1910 ed allestito su una superficie di circa 200 metri quadrati , realizzato con circa 400 statue in legno, novanta delle quali eseguono dei movimenti (una mucca addirittura muggisce). Un complesso impianto idraulico alimenta laghetti, fiumi e fontanelle.

Recentemente, è ritornata l’antica usanza dei presepi in carta, ora realizzati con la tecnica degli origami (l’antica arte giapponese di realizzare figure con la carta piegata).

Si realizzano anche presepi  con materiali naturali e deperibili, quali la pasta di pane e la pasta di sale o addirittura il ghiaccio (famoso è quello allestito a Alagna Valsesia, Provincia di  Vercelli , costituito da una quarantina di personaggi ) .

A Laveno Mombello (in provincia di Varese ) gli Amici del presepio allestiscono da una ventina di anni un presepe subacqueo, nel Lago Maggiore, formato da 35 figure in pietra ed a grandezza naturale, ubicato a tre metri di profondità e visibile dalla banchina prospiciente la piazza cittadina.

A Palermo, la locale sezione del Club Alpino Italiano ha realizzato un piccolo presepe con statue in gesso della Sacra Famiglia, del bue e dell’asino, a 50 metri di profondità nella Grotta del Pidocchio, nel Monte Pellegrino, che domina la città

 

SCHEDE

 

GLI   ZAMPOGNARI

 

Ancora oggi, come in passato, gli zampognari, i suonatori di zampogna allietano con la loro musica le feste  natalizie, suonando per le strade delle principali città. A Roma sono chiamati anche pifferari (suonatori di piffero, strumento a fiato simili al flauto, che in genere sono suonati insieme con la zampogna) e provengono soprattutto dall’Abruzzo , dal Molise e dalla Ciociaria  (soprattutto dalla Val Comino, in Provincia di Frosinone).

Gli zampognari si trovano anche in Basilicata, Calabria, Sicilia, Marche. Ormai però  stanno scomparendo perché non ci sono scuole specifiche e gli insegnanti e gli artigiani che costruiscono gli strumenti  sono sempre di meno.

I paesi che si contendono il titolo di capitale degli zampognari sono Acquafondata (Provincia di Frosinone), dove ogni anno si svolge il Festival dei Zampognari e  Scapoli (piccolo paese ai piedi dei monti delle Mainarde in Provincia di Campobasso), dove  si svolge annualmente la Mostra Internazionale della Zampogna, con il relativo mercato.

 

I  PRESEPI  ROMANI  PIU’ BELLI

 

A Roma  molte Chiese possiedono bellissimi presepi, realizzati anche con statuine antiche come quelle napoletane del Settecento. Al riguardo ricordiamo: quello della Basilica dell’Aracoeli, sul Campidoglio; quello della Chiesa di  S. Maria in Via (vicino a largo Chigi), che riproduce molti angoli suggestivi della vecchia Roma, sulla base degli acquerelli  dipinti nell’Ottocento dal pittore  Ettore  Roesler Franz; quelli della Chiesa dei SS. Cosmna e Damiano, in Via dei Fori Imperiali e di S. Gregorio VII; quello della Chiesa del Cuore Immacolato in Piazza Euclide, costituito da un grande diorama  con 52 scene relative alla vita di Gesù (altri 18 diorami, con vedute della Palestina,  sono ubicati lungo le scale che portano alla cripta); quello della Chiesa della SS. Concezione, in Via Veneto, realizzato all’inizio degli anni trenta in gesso colorato e che ha sostituito un presepe più antico, in sughero, molto famoso per lo sfondo, che raffigurava un paesaggio realizzato con un abile gioco di specchi, e per  le bacchette di vetro fatte a tortiglione che, ruotando, davano l’impressione di zampilli di acqua.

Fuori Roma, vanno ricordati i presepi allestiti  nei conventi dei Cappuccini di Albano Laziale, (con statue a grandezza naturale della Madonna, di S. Giuseppe e del Bambino, realizzate in travertino, con la testa e gli arti in marmo)  e di Bellegra (realizzato con statue di varie epoche, le più antiche  delle quali della metà dell’Ottocento).

Degno di menzione è anche il Presepe della pace, che è il più grande presepe all’aperto del mondo, realizzato alla base del monte S. Antonio, alle porte di Rieti, provenendo da Roma per la Via Salaria, con le figure della Sacra Famiglia realizzate in pietra ed alte circa 4 metri, scolpite dalla scultore Renato Buccioni, e posizionate in una spaccatura naturale della roccia alta circa 10 metri.

Interessanti da vedere sono il Museo Internazionale Tipologico del Presepio, curato dall’Associazione  Italiana Amici del Presepio (nata a  Roma nel 1953 ed aderente alla Federazione Internazionale Presepistica, costituita a Barcellona), allestito nei locali sottostanti la Chiesa romana dei SS. Quirico e Giuditta in Via Tor de’ Conti, nel rione Monti (dove c’è anche la sede nazionale l’Associazione), il  Museo nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, in Piazza Marconi all’Eur, che raccoglie una rassegna antologica dei presepi italiani negli ultimi tre secoli e la Mostra dei Presepi da tutto il Mondo, allestita ogni anno in Piazza del Popolo.

Molto suggestivi sono anche i presepi viventi allestiti in tantissimi paesi della Provincia di Roma (molto suggestivi sono quelli di Bracciano e di Ladispoli), della Sabina e del Viterbese ( molto bello è quello di Veiano), che si possono  visitare gratuitamente dal giorno di Natale a quello della Befana

Invitiamo quindi ad andare per presepi, cioè a fare il giro dei presepi, come si faceva una volta, per ammirare queste bellissime realizzazioni che rappresentano uno delle manifestazioni più spettacolari ed affascinanti della religiosità popolare.

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Author: redazione