di Giuseppe Manzo
Non cresce quanto dovrebbe, soprattutto tra i giovani, il numero dei donatori di sangue in Italia. Lo certificano i dati raccolti dal Centro Nazionale Sangue, che ricorda che il sangue è una forma primaria di terapia, per pazienti di tutte le età, affetti da un gran numero di malattie, molte delle quali sono oggi guaribili grazie ai donatori. Infatti solo grazie alla trasfusione – ricordano gli esperti – molti pazienti sono in grado di superare i momenti più difficili del decorso clinico. Per questo i donatori di sangue sono una risorsa preziosa per la medicina, così come lo sono i grandi medici. Diventare donatore di sangue significa partecipare a una gara contro la malattia e contro la sofferenza.
Nel Lazio, e in particolare a Roma, le necessità di sangue superano le unità donate. E’ quindi indispensabile che il numero dei donatori aumenti”, sostiene Gina Zini, direttore del Servizio di Emotrasfusione del Gemelli. E aggiunge: “Donano il sangue soprattutto persone tra 30 e 55 anni, con ricambio generazionale molto scarso”. Al Policlinico di Roma più dei due terzi del sangue proviene da donazioni effettuate in centri trasfusionali di altre regioni, dove i donatori sono più numerosi, come Piemonte, Toscana, Veneto e Puglia.
Peraltro il sistema sangue italiano, come quelli europei, deve prepararsi all’eventualità di dover affrontare la prossima estate focolai di malattie infettive “emergenti”, come ad esempio l’epidemia di Chikungunya, che possono mettere a rischio le scorte di sangue, costringendo ad esempio a sospendere le donazioni in territori molto ampi per evitare il rischio di contagio tramite trasfusioni.
I risultati ottenuti dal sistema italiano, che a differenza di quelli di paesi come Usa e Germania, si basa sulla donazione totalmente volontaria e non remunerata, sono notevoli. L’Italia è all’avanguardia, con un sistema che tutela donatore e ricevente. I volontari delle Associazioni sono a disposizione di quanti vorranno impegnarsi in questa nobile impresa, soprattutto a ridosso del periodo estivo, il momento più critico dell’anno per la fisiologica riduzione delle donazioni.
Non è possibile ricreare sangue in laboratorio quindi la donazione spontanea è l’unico modo per metterlo a disposizione di chi ne ha bisogno. Ciascuna donazione, poi, può salvare fino a tre vite. Questo gesto d’amore ha ricadute positive anche sulla nostra salute: nei soggetti idonei migliora il flusso sanguigno e, grazie ad analisi specifiche, può rilevare malattie a uno stadio precoce. Un incentivo a prendersi cura di noi e sentirci più responsabili scegliendo un sano stile di vita.
Per saperne di più
Il donatore idoneo deve essere rigorosamente in buona salute, avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni con un peso non inferiore ai 50 chili. Le donne in età fertile possono donare ogni sei mesi, gli uomini ogni tre, così come le donne in menopausa. Chi ha inserito un piercing, fatto i fori dei lobi delle orecchie o un nuovo tatuaggio deve aspettare almeno quattro mesi prima di donare. Sarebbe preferibile non donare durante i giorni del ciclo e attendere almeno sette giorni dalla fine della mestruazione.
Una volta accertata l’idoneità, si diventa donatore effettivo: il prelievo, che si effettua in apposite sale o in autoemoteca, in posizione sdraiata, è di 450 millilitri e dura al massimo venti minuti. Non è indispensabile recarsi al prelievo a digiuno, ma è possibile fare una colazione leggera con tè, caffè senza zucchero e un massimo di due fette biscottate. Nei centri, al donatore viene offerta la colazione.
I rischi sono inesistenti. I prelievi con personale medico e specialista prevedono l’uso di aghi sterili, materiali usa e getta e seguono un rigido protocollo di sicurezza sia per il paziente sia per il futuro ricevente. Le analisi dei test escludono a ogni donazione la presenza di virus e malattie infettive.
Il sangue può essere definito un vero e proprio farmaco salvavita e una donazione può aiutare in molteplici casi: trasfusioni per emergenze, patologie tumorali, interventi chirurgici complessi, difetti congeniti come la talassemia e così via.
Si fa appello, in particolare ai giovani, a donare senza timori, rivolgendosi alle associazioni, andando in ospedale e per chi è in Sabina sabato 27 aprile sarà possibile donare a Castelnuovo di Farfa, presso l’autoemoteca Avis in sosta accanto alla chiesa della Madonna degli Angeli.
La donazione di sangue è un grande atto di umanità e di civiltà.
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