Gregorio da Catino torna protagonista e lo fa con un convegno tenutosi il 18 marzo all’Abbazia di Farfa

di Andrea Moiani

Gregorio da Catino torna protagonista e lo fa con un convegno tenutosi il 18 marzo all’Abbazia di Farfa. Organizzato dall’associazione Amici del Museo di Poggio Mirteto, l’evento è una delle tante iniziative che ha cercato di divulgare alla Sabina la conoscenza della vita e delle opere di uno dei personaggi di maggior spicco della storia Sabina. Nato attorno al 1060 da una nobile famiglia di Catino, Gregorio esercitò la sua attività di copista dell’Abbazia durante tutta la sua vita e in un periodo di espansione della stessa, inscritta nel periodo della lotta per le investiture. Le vicende di Gregorio sono quindi strettamente legate al secolare scontro tra papato ed impero che ha visto nel concordato dei Worms del 1122 un compromesso nella questione della nomina dei vescovi, grande elemento di attrito tra le due potenze fino a quel momento.

Il convegno, tenutosi nella sala multimediale dell’Abbazia di Farfa, è iniziato con la proiezione del docu-film dedicato a Gregorio da Catino con la regia di Guerrino Filippini e già presentato in precedenza presso il Polo Didattico di Poggio Mirteto e in altri eventi pubblici (cliccando qui https://www.sabinamagazine.it/15064-2/ troverete l’articolo sulla fine delle riprese). Dopo la proiezione si sono alternati al microfono personalità di spicco negli studi medievistici quali lo storico Tersilio Leggio, il professore di storia medievale e storia delle istituzioni ecclesiastiche dell’Università “Sapienza” di Roma Umberto Longo e l’assegnista di ricerca in Storia Medievale dell’Università “Sapienza” di Roma dottor Francesco d’Angelo.

Nei loro interventi, Leggio e Longo si sono concentrati sulla figura di Gregorio e hanno evidenziato com’egli abbia incarnato l’anima dell’Abbazia. Se Leggio ha precisato come Gregorio sia stato influente nella politica degli abati di Farfa nonostante non ricoprisse un incarico di prestigio, Longo ha spiegato i motivi che portarono Gregorio alla trascrizione dei documenti. Documenti che contengono preziosissime informazioni sulla storia dell’Abbazia di Farfa e della Sabina ma anche di Papi, Imperatori ed Abati che si erano alternati al potere fino a quel momento. Il dottor Francesco d’Angelo, invece, ha raccontato le vicende dell’Abbazia di Farfa fino al XVI secolo e di quali sono stati i suoi rapporti con il papato e famiglie nobiliari in questo suo periodo di decadenza.

 

A seguire l’intervista a Guerrino Filippini, regista del docu-film.

 

Da dove nasce lo spunto di realizzare un’opera su Gregorio da Catino?

“L’idea mi è venuta nel momento in cui mi sono reso conto che si tratta di un personaggio poco conosciuto in Sabina nonostante vie, piazze ed addirittura una scuola abbiano il suo nome. Un giorno, nel corso di un evento, ho conosciuto Raffaele Ricci, un personaggio di Poggio Catino che mi ha dato una prima documentazione su Gregorio da Catino, dalla quale ho estrapolato prime informazioni per la stesura della sceneggiatura. Da questi primi documenti mi ero reso conto dell’importanza di questo personaggio non solo dal punto di vista storico, ma anche della persona”.

 

Com’è proseguito il lavoro?

“Grazie a questa prima sceneggiatura ho partecipando al bando “Dalla scrittura allo schermo” organizzato dalla Regione Lazio e rivolta a ricercatori professionisti e non. Su più di un migliaio di iscritti, però, non sono riuscito a raggiungere una posizione sufficiente per finanziare il progetto. A quel punto mi sono rivolto all’associazione Amici del Museo di Poggio Mirteto, che è stata ben disposta a produrre il cortometraggio. A quel punto abbiamo proceduto alla ricerca degli sponsor e di persone che potessero dare una mano. Mentre andavamo avanti con la ricerca ho conosciuto Carlo Cotichella, al quale devo l’ottenimento di altre fonti e la stesura della sceneggiatura definitiva arricchitasi di nuovi elementi. Una delle informazioni più utili è stata sapere che Todino, spesso riportato nelle fonti, altro non era che il nipote di Gregorio e non un semplice confratello. Carlo Cotichella è stato d’aiuto anche per il finale del docu-film”.

 

Ci sono state difficoltà nella realizzazione?

“Sì, molte. La parte più difficile è stata quella preparativa e quindi volta alla ricerca del cast, della troupe e della location, dovendo cercare luoghi che ricordassero il Medioevo. Abbiamo anche dovuto trovare storici che fossero a conoscenza di Gregorio da Catino.

Un’altra difficoltà è stata data dal fatto che, a parte qualche rara eccezione, nessuno ha mostrato particolare interesse per questo lavoro. Alcuni ci hanno addirittura ignorato, ma nonostante questo siamo riusciti ad andare avanti e a creare un cast ed una troupe che mi hanno dato un grande aiuto. In Sabina, purtroppo, è difficile trovare appassionati di cinema disposti a lavorare per farlo. Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato, a partire dal comune e dalla pro Loco di Roccantica ed il comune di Poggio Mirteto. Un ringraziamento speciale va alla diocesi e al priore dell’Abbazia di Farfa Padre Gargiulo per le riprese e per il supporto”.

Author: redazione