Franco Ranaldi e l’eterno nella Natura: a Vescovio presentazione di Marco Testi

 

 

di Maria Grazia Di Mario

“Natura e Paesaggio sono i motori ispiratori della mia opera e trovano le loro  radici nel realismo (Courbet), sono ricorrenti anche scorci di borghi e ho trattato  la figura umana. Gli angoli prevalenti sono di Palombara Sabina, alla stregua di Borges condivido questo pensiero “Ho sempre vissuto in questo posto e poi vi sono nato”, ritengo che un pittore è bene che parli di argomenti che conosce, la partecipazione emotiva è fondamentale. Anche se Palombara  negli ultimi 20 anni è mutata ci sono odori, luci che richiamano la memoria del passato. Ad esempio un raggio di sole che colpisce un vaso di fiori mi riporta a quelle sensazioni che sono dentro di me e cerco di riprodurle. Altro elemento la ciclicità delle stagioni, ciclicità connessa al tempo che passa”. Con queste parole l’artista  Franco Ranaldi ha introdotto la sua pittura  in occasione della presentazione del libro dal titolo Franco Ranaldi dipinti e tecniche miste curato dal critico Marco Testi ed edito da Il Formichiere, 12esimo evento compreso nel Caffè Letterario di Marco Testi. 

Nel corso dell’incontro sono state analizzate, in maniera professionale e dettagliata, quelle opere che  meglio hanno sintetizzato un percorso figurativo prendendo  in esame i temi più ricorrenti dal 1977 al 2022, al fine di coglierne la poetica e di valorizzare un autore della Sabina. La presenza della Sabina è disseminata  in composizioni dedicate esplicitamente a Palombara, ad esempio nei paesaggi  con chiara attribuzione come Veduta di Palombara con Ulivi, Paesaggio con Palombara Sabina, o Veduta di Palombara Sabina, ma anche nelle composizioni con titoli più generici, come Autunno in Sabina, o Fioritura sulla Collina, altro protagonista assoluto l’olivo che se  ( ha spiegato sempre Testi)  da un lato ha la sua patria sempre a Palombara, dall’altro  è stato il soggetto preferito da molti artisti del Novecento che, proprio come  Ranaldi, hanno raffigurato  olivi le cui contorsioni li avvicinano a rappresentazioni di figure umane.

 La sua produzione  è stata ospitata in gallerie in Italia e all’estero, numerose le esposizioni dalla Galleria Atelier Gustave di Momtparnasse di Parigi  alla Galleria Zelezna di Praga, al Trittico di Roma, alle Scuderie Estensi di Tivoli, alle Sale del Bramante di Roma, alla Casa della Architettura di Roma,  di prestigio i premi vinti,  tra cui il Riconoscimento internazionale Roma Aeterna come Accademico Benemerito per l’Arte. “E’ un artista molto stimato”, ha tenuto a precisare Marco Testi. Opere realizzate ad olio ed acrilico e in una seconda fase con tecniche miste testimoniano una padronanza del linguaggio pittorico che accompagna  una composizione ragionata in grado di fondere la realtà con l’aspetto simbolico al fine di dare un suo messaggio preciso, non  lesinando, in alcuni quadri, un omaggio ai grandi autori del passato. “Uno dei temi che direi principale è il senso del tempo  – ha spiegato il critico  – In queste opere si percepisce il  tempo come fluidità e non come stasi grazie alla presenza delle stagioni e di elementi naturali quali la farfalla, la foglia caduta, ma anche di tracce rappresentative della manipolazione umana, come il nido strappato, l’uva collocata nel cestino, antichi frammenti di vaso, cartigli”.  

L’incontro si è tenuto presso le  Suore Teresiane, a fianco del Santuario di Vescovio a Torri in Sabina. L’Istituzione Teresiana è presente da diversi anni in Sabina ed è adiacente al Santuario della Madonna della Lode.

 

“ Sin dalla sua costituzione il Centro è stato una  presenza viva all’interno della diocesi e della comunità civile, proponendo diverse iniziative di carattere sia spirituale che culturale, sempre tese alla formazione integrale della persona”, ha precisato suor Marina,  puntualizzando l’ importanza di promuovere attività finalizzate ad una conoscenza del territorio  e delle sue eccellenze. Ranaldi nasce a Palombara Sabina nel 1959, il paesaggio e  gli scorci del suo paese già ispirano la sua pittura di ragazzo. La sua prima personale risale al 1980 e si tiene nel Castello Savelli della sua cittadina cui seguiranno esposizioni a Roma,  in Italia e all’estero. Nella  prima fase della sua attività ha particolare successo, nel 1984, una mostra nei saloni di Rocca Pia a Tivoli dove, tre anni prima, aveva vinto il secondo premio di pittura nel Settembre tiburtino. In quel primo periodo la sua pittura è concentrata sulle figure umane e sono rari i paesaggi, che invece saranno cruciali nella successiva opera artistica.

Il paesaggio appare un elemento fondamentale per la comprensione di una realtà nella quale la natura sembra riprendersi i suoi spazi, riappropriarsi, nella sua ciclicità circolare in movimento, dello spazio/tempo/storia. Mentre la storia umana, contrariamente alla natura, perde i suoi pezzi, la natura appare bella ed eterna anche nella sua caducità ed è  in grado di  rinascere/essere nella vita e morte cancellando le dissonanze e brutture dell’operato umano, spiega l’artista. Un concetto bene espresso in opere come ad esempio Barca al tramonto, o  Paesaggio con fiumeTramonto con Iris, quadri in cui la contemplazione dell’attimo può trascinare lo spettatore nello spirito del luogo e nel secondo significante “salvarci”.

“Trascrivere la poesia nascosta, o manifesta, che ha sempre suggerito la realtà alla molteplicità del mio sguardo, è il mio intento –  ha spiegato Ranaldi – Ho scelto, in un contesto di mainstream culturale che tende a marginalizzare tutte le espressioni che non siano arte povera o concettuale, non senza coraggio, di rimanere fedele ad un linguaggio che rispecchiasse il perseguimento della mia idea di bellezza e la bellezza non è un fatto decorativo, è  un attributo di Dio stesso e della Rivelazione”.

“Nelle  opere rivelatrici di Ranaldi –  ha ribadito Testi – ciò che colpisce  è la natura nel suo tranquillo esserci in tutta la sua bellezza e pieno cromatismo, bella anche nella caducità”.

Un messaggio attuale ed una attenzione verso gli elementi naturali che emergono con forza, probabilmente anche perché, spiega lo stesso artista, ha scelto di ergersi ad altezza dell’elemento naturale, il suo sguardo è alla pari con gli elementi del paesaggio, che diventano protagonisti, attori. Ed anche se sovente appaiono elementi di disturbo, ostacoli  rappresentati ad esempio da cancelli chiusi e che, se aperti, fanno intravedere paesaggi di nebbia,  un  punto di fuga verso l’orizzonte è sempre presente come a dire che la ciclicità è il divenire, che si può proseguire.

Dal 20 al 27 maggio Ranaldi esporrà le sue opere a Roma presso la Galleria Arte Sempione, con la mostra Ut Pictura Poesis, una mostra che vuole mettere in rapporto poesia e pittura, ponendole sullo stesso piano, quasi a voler dire che la poesia è come un quadro o un quadro è come una poesia.  Frasi che ben riassumono l’intero suo percorso poetico/artistico. 

 

 

 

 

Author: redazione