DOMENICO CIPRIANO & CARMINE IOANNA feat. PAOLO FRESU in “RAMIFICAZIONI”, (Abeat records, 2021),  CD di POESIA e MUSICA

rubrica a cura di Lorena Paris

È uscito in questi giorni il CD “RAMIFICAZIONI”  – edito da Abeat records – un disco, dove la poesia di Domenico Cipriano, con versi in italiano e in dialetto, incontra la musica di Carmine Ioanna. Un felice connubio  di linguaggi simili e sonori,  ovvero la poesia e la musica, di due artisti che riescono  insieme  a far “ramificare”  ( come nel titolo) la loro arte, le loro passioni. 

L’amore per la terra di Irpinia,  la bellezza dei luoghi, le storie  della gente,  la  parola poetica  e le note  si fondono in questo lavoro raffinato. 

Paolo Fresu,  noto trombettista, si unisce al   felice incontro,  creando con il suo strumento atmosfere fascinose. 

 Le  Poesie  di   Cipriano –  in dialetto altirpino e 

in  lingua italiana  –  intrecciano  versi con la musica: la malinconia, la leggerezza,  la realtà e  il sogno  si fondono in modo  suggestivo. 

Il CD racchiude anche  una selezione di fotografie di Luigi Cipriano scattate all’Abbazia del Goleto  e tutti i testi. 

Domenico Cipriano  ha già siglato belle collaborazioni tra poesia e musica: 

il  disco “Le note richiamano versi”, realizzato nel 2004 dalla 

JP Band (con Enzo Marangelo, Enzo Orefice, Piero Leveratto ed Ettore Fioravanti) e performance con la formazione “E.VERSI jazz-poety” (con Carmine Cataldo e Fabio Lauria).

Propongo ai lettori di Sabina Magazine due  sue poesie, incluse 

nel CD, 

e segnalo questo link 

http://www.abeatrecords.com/catdetail.asp?IDprod=370

 
 

   Auguri   di buone feste a tutti i lettori di Sabina Magazine!!! 

 

 

 

 

 

 

Dal brano: “VIERNU” / INVERNO

 

LA NEGLIA  

 

 

Quannu scenn’ la neglia

nun vidi chiù ‘nnanzi

né alluschi adduretu

t’accuorgi ca tuttu lu munnu

è straqqu e sc’cumbàr’.

 

Puru la nev’ s’ sc’quaglia

e r’ pret’ sonn’ ’nnaccuvat’

cumm’a tutt’ r’ cos’.

 

È lu cielu ca scenn’

e t’ ven’ a truvà,

’na cummara ca vol’ sapé cumm’ t’ siendi.

 

Lu paesu t’ vol’ accuità

e camini senza sapé si la vianova funisc’.

 

E sienti na voc’ ’mmiezzu a la chiazza

ma nun sai ch’ vac’ ascenn’

 

o si sonn’ li muorti

ca so’ m’nuti a passià

prima ca lu solu t’ ruveglia.

 

 

LA NEBBIA. Quando scende la nebbia / non vedi più davanti / né dietro / ti accorgi che tutto il mondo / è stanco e scompare. Anche / la neve si scioglie e le pietre / sono nascoste / come tutte le altre cose. / È il celo che scende / e ti viene a trovare, / come una comare che vuole sapere / come stai. / Il paese / ti vuole rassicurare e cammini / senza sapere se finisce la strada. / E senti una voce nella piazza / ma non sai cosa chiede / o se sono i morti / che sono venuti a passeggiare / prima che il sole ti svegli.

 

Dal brano: MARIA CARMELA

 

***

 

Ho nostalgia di un luogo

che non ho mai visitato.

Della sua lingua straniera e della musica

che ne è radice. Del sole mentre scompare

e della nebbia paziente

in cui immagino i volti la sera.

Un paese che non ha percorso il corpo

destinato a imprimere memoria

ma la mente ogni notte crea

trascinando nel pensiero ciò che sono stato

e ho desiderato. E nelle sue contrade ci incontriamo

per tracciare i nostri passi: due equilibristi

sopra questi abissi.

 

 

 

Author: redazione