Gentile Direttore,
in questo periodo drammatico tutti parlano di guerra, di stato di guerra contro il COVID. Mi viene in mente un paragone all’uopo. Mio padre che era nato nel 1927, aveva un solo fratello, Silvano, più grande e nato nel 1919. Silvano fù uno dei militari italiani, che dall’accademia di Modena, e poi dal corso allievi ufficiali di Potenza, venne inviato da Mussolini, per fare piacere ad Hitler, in Russia. Dopo la famosa battaglia del Don, dove il nostro esercito venne annientato dai Russi, il sergente Andreani venne dato per disperso, come moltissimi suoi coetanei, ed assegnata alla famiglia la Croce al merito di guerra. Mio padre nel dopoguerra cercò per lunghi anni, il luogo ove era sepolto, anche con 2 o 3 viaggi nell’allora unione sovietica. Poi anche mio padre morì, per cause, naturali, e la questione sembrò finire lì. Invece dopo la fine del comunismo, sorprendentemente, tramite internet, ho trovato sul sito apposito, la data del decesso, cioè il 12.02.1943, il luogo, la sepoltura. In buona sostanza questo giovane e tanti altri coetanei, non morino tanto in battaglia, ma per il freddo e mancanza di scarpe adatte e medicine. Anche durante l’eroico comportamento dei militari italiani, è stato appurato dagli storici, che i nostri soldati dovettere soccombere per armi obsolete e mancanza di munizioni. Già questo fatto, la mancanza di munizioni, si era verificato già durante l’invasione della Grecia, voluta sempre da Mussolini. Allora..corsi e ricorsi della Storia..Anche oggi 2021, che siamo in guerra contro il nemico VIRUS, come dicono virologi, medici vari e scienziati, come facciamo a combattere seriamente, se mancano le pallottole, cioè i vaccini…….?
distinti saluti
avv adalberto andreani. Rieti.