Bambini, sport e quarantene: Nome Officina Politica si rivolge ancora a Malagò

Bambini, sport e quarantene: D’Innocenzo vs Malagò.

di NOME Officina Politica

A fine estate scorsa NOME Officina Politica scrisse una lettera al presidente del CONI Giovanni Malagò, chiedendo un suo diretto interessamento per trovare la migliore soluzione di compromesso al fine di garantire ai bambini di praticare in sicurezza attività sportive, limitando i sacrifici loro richiesti.

Cultura e sport devono avere pari dignità e i bambini, che per fortuna non sono esposti come gli adulti ai rischi del Covid, sono purtroppo i più colpiti dagli effetti delle misure anti Covid (basti pensare alle quarantene e alla didattica a distanza, alla loro socialità sospesa, etc.).

La politica deve tenere conto di tutto ciò nel decidere le misure preventive per frenare la pandemia. Questo è quanto chiedemmo a Malagò nella nostra lettera e quanto ribadimmo a lui personalmente quando, con nostra piacevole sorpresa, ci chiamò per ringraziarci e per garantirci che avrebbe fatto la sua parte portando il tema all’attenzione delle federazioni e delle istituzioni.

Non vogliamo avere la presunzione di credere che quel poco che è stato fatto sia merito nostro, ma siamo contenti di aver dato il nostro piccolo contributo.

Infatti, ad esempio, la Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) ha adottato un protocollo sanitario per il minibasket, scaricabile e consultabile sul sito della federazione.

In base a tale protocollo, in caso di positività di un bambino durante una partita o un allenamento, gli altri bambini devono solo fare un tampone antigenico o molecolare e sono messi in quarantena solo se risultano anch’essi positivi.

E’ successo nei giorni passati un caso di positività durante un allenamento di una scuola di minibasket a Rieti, ma la ASL di Rieti ha deliberatamente ignorato il protocollo FIP ed ha messo in quarantena tutti i bambini presenti all’allenamento.

Presumiamo che la FIP abbia concordato il protocollo con il Ministero della Sanità e allora ci domandiamo come una ASL possa scavalcare il suo Ministero, violando (forse inconsapevolmente, nel qual caso sarebbe ancor più grave) le disposizioni che essa stessa è tenuta ad applicare.

Author: redazione